Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
15
marzo 2016
Ma cosa consumi?
Il fatto
Ci tenete al pianeta? Ecco, allora pensateci un po' prima di buttare tutto nella monnezza. Alla Camera arriva la legge contro gli sprechi alimentari, e se a qualcuno farà storcere il naso beh...è semplice risalire un po' a responsabilità individuali ben più gravi
di redazione
Sapete quanto si butta nel bidone dell’indifferenziato o nell’umido, in fatto di alimentare, all’anno? 76 chili di roba pro-capite. Un po’ come se per due mesi e mezzo cucinaste ogni giorno un chilo di pasta per buttarlo nemmeno nel compostaggio ma in discarica. Sembra una notiziola, ma si tratta invece di sensibilità verso questo benedetto pianeta che ogni giorno è più stremato. E d’accordo che c’è il PM10, le scie di carburante di migliaia di aerei quotidiani, le trivellezioni che inquinano oceani, così come il famoso “mare di gomma” (tutti i rifiuti di plastica che stazionano in una vasta area del Pacifico e dell’Indiano a circa 200 metri dal pelo dell’acqua) ma forse se ognuno guardasse, e consumasse, un po’ meglio quello che staziona nel proprio frigorifero magari ci sarebbe qualche pollo in meno da macellare, e di conseguenza qualche litro in meno di acqua da depurare, e qualche campo in meno da coltivare, e un po’ di inquinamento in discesa (ricordiamo che l’allevamento del bestiame è la prima causa).
Non si tratta di economia domestica, anche se l’apparenza sembra quella. Si tratta di un’azione politica. E se il 53 per cento degli italiani ritiene che il contenimento degli sprechi alimentari dipenda soprattutto dalle scelte dei consumatori, questa “bulimia” costa al Paese 12,5 miliardi l’anno. Direte: colpa dei ristoranti. Anche, ma non troppo: solo il 21 per cento di questi dati poco lusinghieri viene dlla ristorazione. La legge, insomma, forse vi piacerà poco, ma l’epoca del magna-magna, nel vero senso del termine, dovrebbe chiudersi qui. (MB)