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Poca gente ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione del Marco Asilo. Sarà per il periodo, per l’orario, o chissà perché. Poche novità, sopra a tutte la nomina di Cesare Pietroiusti nel consiglio di amministrazione del Palaexpo, in qualità di presidente. Per le altre nomine bisognerà attendere un’altra conferenza stampa, parola di Assessore. Per il resto, Giorgio De Finis ha spiegato i vari meccanismi a incastro che andranno ad alimentare questa nuova tipologia di museo. Si è parlato di un luogo in cui, come già detto, ogni giorno avverranno molte cose, presentazioni di libri, di video, incontri, dialoghi, concerti, musica, perfino lezioni di yoga, per consentire, si legge nel comunicato “al pubblico e agli artisti di cominciare la giornata insieme con energia”. Il Museo tutto verrà rivoluzionato architettonicamente, si creeranno tanti tavoli per colloqui, incontri, o anche solo per fermarsi a pensare, a riflettere. Ci saranno artisti invitati per lectio magistralis: citiamo ovviamente Michelangelo Pistoletto, che per il Macro ha anche pensato a uno dei suoi famosi tavoli, poi ci saranno Piero Gilardi e Giuseppe Montesano. Altri artisti ancora realizzeranno la stanza d’artista, o anche atelier. Anche qui nomi famosi, come Pietro Ruffo o Giuseppe Stampone. E come quello dello stesso Pietroiusti, come detto neopresidente di Palaexpo, ma anche all’interno del format “autoritratto”, in calendario il 5 ottobre. Per la serie “bis in idem”. Tutto sarà inaugurato il 30 settembre, con una festa aperta a tutti. 15 mesi di sperimentazione, come dice ancora de Finis, in totale sinergia con l’assessore Luca Bergamo. 15 mesi in cui il museo sarà sempre in divenire. Stanze delle parole, atelier, ambienti d’artista, stanze dedicate a “Rome”, nome plurale di città, 50 ambienti a tema. Insomma, tanta carne al fuoco. E tutto questo come sarà sostenuto? Alla domanda precisa da parte della stampa in cui si chiedeva la modalità di collaborazione (si parlava di soldi, suvvia) di tutte queste persone coinvolte, il direttore del Macro ha voluto rispondere usando una metafora, quella “del picnic”, in cui tutti vengono invitati e ognuno porta qualcosa. In poche parole, gratis. Siamo, dunque, di nuovo messi davanti al fatto che il lavoro intellettuale non abbia un valore economico. Ne prendiamo atto, con dispiacere.
Staremo a vedere e aspettiamo la prossima conferenza stampa. Per ora, a noi, pare che ci siano tante attività, forse troppe, quasi a malcelare una qualità che, a oggi, non pare evidente. Ma speriamo sempre di essere smentiti. (Sabrina Vedovotto)