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29
ottobre 2016
Mettete una caserma di vigili del fuoco, che non ha le docce e imbarca acqua quando piove, perché non ha gli infissi.
E che ne direste se all’ingresso, invece del remake dei servizi per i lavoratori, che in fondo operano un servizio pubblico, arrivasse un bassorilievo del valore di 100mila euro firmato da Nicola Renzi e Arthur Duff? Parrebbe un poco bizzarro, e invece è proprio quel che è successo.
L’opera è stata acquistata dal ministero delle Infrastrutture sulla base di una legge del 1949 che prevede “lo stanziamento del 2 per cento del costo di un nuovo edificio pubblico per abbellire con opere d’arte lo stesso immobile”. Ottima legge, peccato per lo stato di salute dello stabile, che di certo un pezzo-spot non accrescerà nella dignità. UN po’ come avere un Van Gogh in una catapecchia: tirato via quello, che resta?
Sembra, in effetti, quasi un’operazione “alternativa”, da curatori d’assalto. E invece, ad assaltare, sono i pompieri: “Abbiamo bisogno di tutto tranne che dell’opera. Lo stipendio netto di un vigile del fuoco dopo 20 anni di servizio è di mille e 450 euro al mese, mentre il contratto non viene rinnovato dal 2009”, dicono i sindacati, rimarcati dal Movimento 5 Stelle: “In Italia abbiamo perso il buon senso e la percezione delle priorità”.
Stavolta non possiamo che essere d’accordo, nonostante l’opera “visualizza, traduce, cristallizza in linguaggio estetico-visivo l’importante attività svolta dai Vigili del fuoco nell’espletamento del loro lavoro nel nostro Paese nel corso dei secoli”. E così sia, ma almeno dategli la possibilità di avere una caserma degna di nome, e non un pollaio – a quanto pare. Forse anche l’opera di Renzi e Duff sarebbe meno esposta a qualche disgrazia atmosferica. (MB)