Categorie: Il fatto

Migranti, ma non troppo |

di - 7 Dicembre 2016
L’Unione Cristiano-Democratica tedesca la rielegge senza sosta da 16 anni, con percentuali che non hanno nulla a che fare con quelle che ci sogniamo per qualsiasi partito in Italia: quest’anno si parla di una discesa, che ad Angela Merkel – cancelliera tedesca – costa l’80 per cento di voti anziché l’oltre il 90.
Poco cambia, Merkel è di nuovo pronta a scendere in trincea, al grido di “Voglio servire la Germania”. E annunciando votazioni che “non saranno rose e fiori”, come probabilmente non lo sarà più nemmeno il futuro del Paese o quello di una sbrindellata Europa.
Perché se da un lato la Merkel ha sistemato il problema del lavoro, riuscendo a mettere insieme negli anni del suo mandato qualcosa come 2 milioni e mezzo di nuovi posti, c’è invece la spinosa questione dei migranti.
Un tema bollente in Germania, dopo le vicende delle piazze durante lo scorso Capodanno, dopo la volontà d’accoglienza e dopo che i vicini austriaci e bulgari hanno deciso al contrario di adottare la linea dura sull’argomento, con muri e quant’altro.
E allora, anche stavolta, la Cancelliera fa colpo con tre o quattro battute secche, che strappano lunghi applausi: per quelle che saranno in Germania a vivere nessun velo integrale, nessun burka e nessuna Sharia; nessuna società parallela, un freno all’immigrazione illegale (ma quale non la è, se si tratta di persone in fuga che lasciano il proprio Paese senza nulla) anche un “Non tutti gli 890mila rifugiati che sono arrivati da noi possono e devono restare qui”. Mentre qualcuno (la Gran Bretagna) dovrà accettare la libertà di circolazione dei cittadini, in cambio dell’accesso al mercato unico europeo. E così, ancora una volta, il buono e il cattivo tempo sembrano parlare tedesco. Forse anche perché nel marasma di questi giorni sono le uniche parole che si odono forte e chiaro all’orizzonte. (MB)

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