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La trama è quella del miglior film per famiglie americano: la NASA cerca “guardiani del pianeta” e il piccolo di nove anni si propone, con l’ufficio che risponde. Succede esattamente, infatti, negli USA, dove Jack Davis – in una lettera rigorosamente scritta a mano, in stampato – scrive che si sente adatto al ruolo, e che sì, ha solo 9 anni ma che può imparare a pensare come un alieno per combatterlo nel caso vi fosse un attacco futuro.
L’Agenzia spaziale offre infatti un posto da addetto alla protezione planetaria, per una “paghetta” annua di 177mila dollari più benefit: l’annuncio è rivolto a professionisti (ingegneri, matematici, fisici) che siano in grado di combattere batteri alieni provenienti da futuri contatti con la Luna e con Marte.
Fantascienza ma non troppo, per noi “comuni mortali”, ma che non passa inosservata nelle fantasie degli adulti e nei sogni dei bambini. E finché i piccoli continuano a immaginare un futuro di scienza, forse per questo pianeta c’è speranza.
Magari prima o poi arriverà colui che riuscirà a mettere una pezza definitiva ai problemi di salute della Terra, che i “grandi” continuano a sottovalutare e a pensare di mondare usando denaro. Magari, contemporaneamente a questa invasione di immagini inutili, a quel vuoto generazionale che tanto si paventa come uno spauracchio, i “millenials” potranno essere persone migliori, con i giusti strumenti. Studiando per esempio. Magari. Batteri alieni o meno. (MB)