24 novembre 2016

Nell’aria

 
Le notizie vanno sempre a grappolo, e mentre si scopre che lo smog fa più morti degli incidenti, la Corte Europea vara limiti più restrittivi per le auto, e si scopre che in Italia l'ecosostenibilità non è delle case private. Così come del buon senso

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Vi dicono che fumare fa male, che volare fa paura, che non si può mai stare tranquilli con questi terroristi? Se prima rispondevate per spavalderia che è peggio vivere in qualche città, o semplicemente respirare, potete stare tranquilli: inalare aria dal naso per “ossigenare” sangue e polmoni e permettere le attività vitali del corpo umano vi porterà un po’ prima alla tomba. 
Iettatori duri e puri? Macché, mica è farina del nostro sacco, ma dell’Agenzia dell’Unione Europea per l’Ambiente, che ha dichiarato nel nostro continente qualcosa come mezzo milioni di morti (467mila, per la precisione) l’anno dovute all’orrenda qualità dell’aria.
E sì che pare che, tra un filtro e un altro, in Europa la situazione stia migliorando. Peccato che, mentra da una parte la speranza di vita si allunga sempre più, la mannaia delle dipartite premature per come abbiamo conciato il nostro stesso ambiente sia sempre più incisiva: tra gli altri risultati, infatti, risulta che nel 2014 circa l’85 per cento della popolazione urbana nell’Unione è stata esposta a livelli ritenuti dannosi per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. 
Ora l’Europa tenterà di riportare i livelli, entro il 2030, sotto quelli massimi che vi erano nel 2005 – e che abbiamo abbondantemente superato. I governi nazionali, regionali e locali faranno il resto, con le politiche verdi. Che vanno tanto di moda, dalla tavola alle chiacchiere, ma decisamente meno quando si deve scegliere tra i piedi o l’auto. Anche su questi acceleratori dovrebbero spingere i “governi”, lasciando pure a casa iniziative completamente inutili, a partire dalle domeniche senz’auto. (MB)

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