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Che sono le onde gravitazionali non staremo di certo a spiegarlo qui, anche perché non avremo di certo le adeguate competenze. Fanno sognare, però, alcuni passaggi, specialmente per chi si occupa di arte e, dunque, di qualcosa che ha a che fare con l’infinito, la scoperta, l’allucinazione, il sogno, forse anche l’eternità, anche se le opere mai sono state o saranno tali.
Le onde gravitazionali, tornando alla scoperta, erano state previste esattamente un secolo fa, alla fine del 1915, quando Albert Einstein diede alla luce la sua “Teoria della relatività generale”. Il fenomeno, però, non era mai stato riconosciuto.
In breve, però, se non avete idea di come trattare la materia, vi raccontiamo il lato più “mistico” della questione: con le onde gravitazionali potrebbe esserci la verifica dell’esistenza di tunnel spazio-temporali nelle vicinanze dei buchi neri, che potrebbero mettere in relazione parti distanti dell’universo o addirittura universi diversi dal nostro. Fantascienza meravigliosa, canali per altri mondi.
All’impresa hanno partecipato un po’ più di mille ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo, di cui molti italiani.
“Oggi abbiamo la possibilità di raggiungere la vita eterna. Infatti dovremmo indirizzare tutti i nostri sforzi e le nostre possibilità verso questo scopo. […] La maggior parte delle attività dell’uomo che oggi sono ingiustificate, sarebbero logiche solo dopo aver raggiunto l’immortalità, perché solo allora potremmo permetterci degli obiettivi fantastici e irrazionali volti solo a procurarci della gioia”: lo scriveva Gino De Dominicis, nella sua “Lettera sull’immortalità”, nel 1971. Un altro fuoriclasse, come Einstein. E su questa “eternità”, sulla ricerca indefessa, collettiva, di un altro mondo possibile senza troppe preghiere e aldilà, oggi la ragione va anche dalla sua parte. (MB)