Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ma l’Expo è di destra o di sinistra, avrebbe cantato un milanese illustre come Giorgio Gaber, che pagheremmo per riportare in vita e farci lasciare un piccolo parere su questa magnificente Esposizione Universale ormai sulla rampa di lancio a quella velocità che, secondo il codice aereo, viene identificata come “di non ritorno”. O si decolla, o ci si schianta.
Bando alle ciance, che succede stavolta? Succede che il PD vende biglietti scontati per Expo con tesseramento annesso.
«Il Pd è l’unico partito a Milano ad essere rivenditore ufficiale dei biglietti per Expo 2015. Questo perché crediamo nel successo della manifestazione e vogliamo metterci a disposizione della città», si legge sul sito, e Matteo Salvini che di solito non le manda a dire stavolta l’ha bollata quasi ironicamente: «Si tratta della proposta della disperazione».
Agli under 25 poi un bello sconto, e la tessera annuale gratis. «Due pacchi al prezzo di uno», tuona il comico Beppe Grillo, tornato all’antica professione con questa affermazione al vetriolo.
Poi c’è stata Forza Italia: «È sbagliato illudere i giovani che dalla politica si possano ricevere vantaggi: la politica è un’attività dura e faticosa, a servizio del bene comune», secondo Claudio Pedrazzini.
Per una volta tutti d’accordo, anche perché a parte il Movimento 5Stelle e le sinistre più critiche, l’Expo dovrebbe essere un evento bipartisan, o no?
Certo, nella follia di bandi per il camouflage, con il Premio Oscar Dante Ferretti che ha chiesto di ritirare il suo nome da un progetto mai partito e preparato in anni di lavoro (e che giustamente lo scenografo non vuole vedere fatto a metà), i ritardi ai cantieri dentro l’area e fuori, in città, è quasi eroico che il PD si accolli la patata bollente. Ed è chiaro che si cerchino benefit.
Arma a doppio taglio: se andrà male, chissà gli elettori. Oppure, se andrà bene, viva il PD e dentro anche l’Expo. Più politico di così! Ancora una volta in bocca al lupo, a tre settimane esatte dal via. (MB)