16 giugno 2016

Pubblica amministrazione DOC

 
Furbetti del cartellino? Fuori! Ecco la nuova legge del premier Matteo Renzi, che renderebbe l'Italia e il pubblico impiego, per certi versi, più vicino a quello di un Paese civile. Mentre si mormora già facendo passare il provvedimento come raffazzonato e "contentino" per la folla

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Pubblico impiego sulla via delle ridefinizione, e non osiamo immaginare le proteste! Eppure Renzi, nella volontà di “rifare l’Italia”, ha annunciato l’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri delle nuove regole per sanzionare chi truffa lo Stato. Per esempio? Per esempio i furbetti che timbrano il cartellino e se ne vanno a fare la spesa. Per esempio chi vive in dimore in luoghi protetti ad affitti irrisori. Per un provvedimento che dal Premier è stato definito filosoficamente così: “Se mi freghi ti stango, se lavori bene premio il tuo lavoro”.
Beh, in teoria, al di là della spicciolaggine del pensiero, dovrebbe essere sempre stato così. E invece no, ma ora le premesse cambiano: nessun vizio formale potrà fermare il licenziamento che, ricorda il Ministro della P.A. Marianna Madia, nel pubblico dovrà essere più rigido che nel privato, per motivi “etici”. 
Insomma per i furbetti la possibilità di impugnare l’espulsione e ottenere la reintegra viene ridotta, stringendo ancor più quell’articolo 18 “toccato” dalla Fornero prima e dal Jobs act dopo.
Farà bene o male questa morsa? Per Forza Italia si tratta solo di un provvedimento raffazzonato, anche perché il Cdm ha dato anche il via libera all’accordo che riduce i comparti nel pubblico impiego, da undici a quattro e dunque vi sarà anche il passaggio sui settori, mentre il Governo annuncia anche di aver stilato un Codice che mappa oltre 300 procedure che verranno semplificate, in quella grande macchina pubblica che spesso ha ingolfato il Paese. Ce la faremo? (MB)

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