Di inviare forze italiane in Nepal, dopo il catastrofico terremoto che ha raso al suolo umani e opere, se ne era già parlato in una missiva inviata da Irina Bokova, leader di Unesco, da parte del Ministro Franceschini.
Ora però da via del Collegio Romano si carica con un «Sui caschi blu della cultura bisogna passare dalle parole ai fatti», impera il nostro Ministro ai Beni Culturali.
L’Italia, a quanto pare, farà parte del gruppo “Unite4Heritage” a difesa del patrimonio e contro gli “archeotraffici”. La coalizione, che dovrebbe essere ufficializzata nei tavoli del prossimo 31 luglio e 1 agosto, inizia dalla parte del tricolore con una nuova missiva in cui Franceschini scrive: “Sono convinto che occorra ora passare dalle parole ai fatti in ordine all’istituzione di una task force internazionale. È proprio in linea con questa impostazione che ho deciso di inviare in Nepal una squadra di esperti per una valutazione dei danni subiti dal patrimonio culturale nepalese. Si tratta di un esempio di quanto l’Italia potrebbe fare per partecipare alla coalizione, opportunamente modulata e integrata da personale che si dovesse rendere necessario impiegare a salvaguardia del patrimonio culturale mondiale ogniqualvolta l’Unesco reputi necessario farvi ricorso».
L’intento è nobilissimo, ma senza nulla togliere al disastro nepalese, quanto sottrarrà alle casse del già povero dicastero questa operazione? O forse gli aiuti saranno inviati in maniera gratuita (per il Nepal, non per noi)?
Un po’ troppo cinici? Forse, ma nonostante tutto l’impegno del Mibact con i suoi programmi, le falle italiane riguardanti beni storici e archeologici, soprattutto nel sud che riceve gocce di finanziamenti fatti passare per pioggia salvifica, come abbiamo spesso riportato, sono parecchie. Chissà. (MB)