Categorie: Il fatto

Sogno o son desto?

di - 31 Maggio 2016
L’Unione Europea non vuole più finanziarla a causa, si legge sul sito della European Youth Orchestra, “di scarsa disponibilità di fondi”. L’orchestra di giovani, e sono 160, fondata da Claudio Abbado e ormai al quarto decennio di vita, quella che si rimarca essere “eccellenza d’Europa”, potrebbe essere un’esperienza da inscatolare a breve e mettere nei ricordi. Ma che bel traguardo! Ma che bel continente! In Italia ogni giorno si parla di nuove entrate, di piogge di fondi, si creano i caschi blu per il patrimonio in pericolo, c’è l’Art Bonus e i suoi “sgravi fiscali” e poi nulla, non si riesce a mantenere un’orchestra internazionale? Qualcuno pare ci marci sopra, sia su un tema sia sull’altro.
Franceschini, ministro chiamato in causa insieme a Schulz e Mogherini, con una lettera aperta firmata da una campagna internazionale per cui ha firmato anche la Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, ha scritto la “solita” lettera in cui si appella alla responsabilità della EU: “Vi è la necessità di operare ogni possibile intervento che garantisca il proseguimento dell’attività della European Union Youth Orchestra, la cui esistenza è a rischio a causa dell’assenza di finanziamenti che non le permettono di operare dal primo settembre 2016”.
Bene, allora perché non ci si mette immediatamente d’impegno con qualche task force di quelle che conosciamo bene, e usate anche come propaganda politica?
Dal canto loro, invece, i musicisti spiegano: “Sia l’Unione Europea che gli Stati membri hanno accettato con indifferenza totale che si spengano i riflettori”, mentre dalla Scala il messaggio è stato il seguente: “La EUYO è storia, identità, crescita culturale di una comunità di popoli. Per questa ragione chiediamo che Tibor Navracsics, European Commissioner for Education, Culture, Youth and Sport, intervenga affinché dal primo settembre la Euyo non sia solo un ricordo della nostra cara vecchia Europa”.
Ed è di nuovo Franceschini ad aver pensato a una soluzione, anzi, ad un “attimo”: “Il mio auspicio è che, in occasione della riunione del Consiglio dei Ministri della Cultura dell’Unione Europea [ovvero oggi, ndr], si possa trovare un momento per affrontare insieme questo tema urgente ed essenziale”. Perché si parla tanto, sempre, di unione, cultura, giovani, eccellenze, bellezze, meraviglie varie ed eventuali, ma la verità è che il Maestro Abbado è morto il 20 gennaio 2014, e qualcuno avrà pure pensato che sì, questa orchestrina “unita” può anche affondare. Come la vecchia Europa che abbiamo di fronte agli occhi. (MB)

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