19 settembre 2016

Terrorismo, senza terrorismo

 
Sono stati quelli dello "Stato islamico" o sono stati quelli che non ne possono più dei "summit" politici dell'occidente? Volevano spaventare per dimostrare o volevano uccidere? Sono legati alla Francia o sono cani sciolti? Ognuno racconta la sua versione, e l'America è di nuovo scossa dal brivido

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Che sia un avvertimento a Obama, Renzi e altri capi di stato (per un totale di quasi 200) che si riuniranno al Palazzo dell’ONU per parlare del tema dei rifugiati, su quanto sia ora di trovare soluzioni condivise e di attuarle? Acqua, probabilmente. Che siano gli “islamici cattivi” – visto che uno, nel Minnesota, ha preso a coltellate nove persone e poi è stato a sua volta ammazzato dalla polizia? Mah.
Che sia qualcuno che vuole gettare benzina sul fuoco su un dibattito politico infuocato e con poche idee a poche settimane dalle elezioni presidenziali degli Stati Uniti?
Ci sembra la soluzione più plausibile. In fondo, quando il cosiddetto “Stato Islamico” sceglie di colpire lo fa in maniera evidente; non si accontenta di una bomba in un cassonetto che poteva ammazzare, certo, ma che non avrà certo l’effetto Bataclan, per dirne una. 
Troppo cinici o troppo semplicistici? Beh, dopo il fragore di Chelsea i fiumi di inchiostro che si sono riversati sulla stampa internazionale non raccontano scenari molto differenti: si brancola nel buio, come si dice in gergo tecnico, tra promesse di riscatto e “liberazione” con nuova forza, da Trump, a volontà di vederci più chiaro, come ha riportato Hillary Clinton. 
Secondo il sindaco De Blasio così come nell’opinione del Governatore Andrew Cuomo non ci sono legami specifici, né specifiche minacce, con il terrorismo internazionale, ma New York resta un poco con il fiato sospeso. Senza nessuna rivendicazione e tanti sospetti. Scaldando di nuovo il clima delle elezioni. (MB)

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