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I trans devono usare i bagni che indicano il loro sesso anagrafico (o anatomico) o quello ufficiale? Sembra una barzelletta da carabinieri, e invece è l’ennesima gaffe di Donald Trump, che per accontentare la parte più conservatrice e religiosa dei sostenitori della Casa Bianca ha rescisso le linee guida dettate da Obama contro la discriminazione di genere e promulgata per scuole, uffici ed enti pubblici e pubblici servizi.
Insomma, siamo sempre lì: non si può essere come si è, questo è il punto. E non si può nemmeno andare al cesso che si preferisce, per motivi di pura fobia. Ma che volete gliene importi di molestare qualcuno o qualcosa a una trans che entra in un bagno femminile?
Eppure, insomma, visto che siamo in argomento, anche stavolta Trump l’ha fatta fuori dal vaso, creando una selva di critiche da parte della comunità arcobaleno e non solo, e il plauso di alcuni conservatori – che poi nemmeno è giusto definirli così – terrorizzati che la “teoria di genere” possa variare l’ordine naturale delle cose, e che dunque hanno applaudito a questa ennesima mossa controcorrente, controtendenza e contro il presente.
Obama aveva varato la norma sulla base dell’interpretazione delle leggi sui diritti civili; Trump, come novello Ponzio Pilato, afferma che si tratta di una questione meglio lasciata alle scelte delle località e dei singoli stati. Magari a Los Angeles, New York o Miami i trans potranno usare il bagno che sentono loro, a Dallas o Indianapolis no. Che pena. (MB)