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16
maggio 2016
Tutta questione di vignette
Il fatto
Shoah o non shoah? Una mostra a Teheran prende di mira l'Olocausto israeliano, "contro l'ipocrisia dell'Occidente". E il premier Netanyahu è chiamato in causa, respingendo le accuse al mittente. E indicando l'Iran come lo stato in cerca di un nuovo Olocausto
di redazione
La mostra si intitola “Seconda esposizione internazionale di caricature sull’olocausto”, si è aperta a Teheran, e il Ministro degli Esteri iraniano ne ha preso le distanze.
A vederla in foto è bruttina, si tratta in fondo di poche vignette sul serio, tutte decisamente connotate politicamente, simbolicamente e affondando lo stato di Israele come autore del massacro della Palestina, e il Premier Benjamin Netanyahu come terrorista del “Daesh”, acronimo arabo dello Stato islamico.
Ovviamente in Israele la mostrina non è stata gradita e a chi ha accusato lo stato del Medio Oriente di essere colpevole di un olocausto e “ipocrita” come tutto l’Occidente”, Israele ha respinto le accuse.
A chi li infama di essere stati assassini contro il loro stesso popolo, Netanyahu ha risposto di essere gli artefici di “una nuova Shoah”, ma ancora l’Iran ha tenuto a precisare – tramite la mostra – che ricordare le vittime dell’Olocausto dei cittadini ebrei israeliani durante il secondo conflitto è una sorta di contraddizioni in termini, per come poi si è evoluta la storia nell’extra territorio sul Mediterraneo. “Occorre comprendere che il nostro problema con l’Iran non è solo la sua politica di destabilizzazione e aggressione regionale, ma anche una questione di valori: quel Paese nega la Shoah, ridicolizza la Shoah e prepara una nuova Shoah” sono state le parole rilasciate da Netanyahu. Tutta colpa di qualche vignetta. Come era stato per Charlie Hebdo? In entrambi i casi c’è di mezzo la storia, e forse dall’esterno si può vedere meglio. (MB)