Categorie: Il fatto

Un buon passo per Roma?

di - 14 Aprile 2016
Il Valle, prima dello sgombero, aveva portato a Roma spettacoli e cultura. Macao, a Milano, per una manciata di giorni aveva restituito alla città lo scheletro del grattacielo Galfa, e che ora in barba ad Expo e affini, è di nuovo un rudere contemporaneo. Era capitato anche al Cinema Maestoso, sempre nella città lombarda, poi sgomberato e attualmente riverniciato di fresco, ma ancora deserto. Era accaduto, ancora a Roma, al Cinema America, occupato da un gruppo di giovani poi fatti sgomberare e che oggi hanno in gestione la Sala Troisi, grazie alla vittoria di un bando pubblico.
Sono entrati nella legalità, certo, ma con il loro atto – ormai vecchio di cinque anni e “fuori legge” – hanno contribuito a salvare un pezzo di storia della Capitale, quello che in apparenza, con la tutela delle sale storiche, sta cercando di fare anche il Mibact. «Cinque anni fa abbiamo formato un’assemblea convinti che ci fosse l’esigenza politica di avviare un nuovo percorso in città, pratico e pragmatico, con l’obiettivo di mappare gli spazi abbandonati, salvarli e restituirli alla cittadinanza come nuovi luoghi culturali polivalenti. Siamo stati sgomberati, ghettizzati, hanno tentato di sfiancarci, ma oggi abbiamo vinto il bando per l’assegnazione della Sala Troisi di via Induno, esclusivamente sulla base della nostra storia e della nostra idea di spazio culturale e sociale polivalente. Oggi proseguiamo ancora con la nostra identità e spensieratezza, quella “Brutta, sporca e cattiva”, di chi è pronto a tutto per ciò in cui crede», ha spiegato  Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo Cinema America.
Un piccolo (o grandissimo) risultato, che oggi all’ex Induno diverrà – almeno nelle premesse – un laboratorio di rapporti sociali, un presidio di ragazzi a tutela dei territori e di valori come l’antifascismo e l’antirazzismo. E il Piccolo America continuerà ad essere una realtà sociale in grado di muoversi liberamente a Roma e di aprire altri spazi, restituendo luoghi alla cultura. E di questi tempi, i piccoli esempi, nella Capitale vanno presi molto sul serio. (MB)

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