12 maggio 2016

Un Paese di fatto

 
Tra mille polemiche e mal di pancia la storia del diritto italiano, oggi cambia. Passata la legge sulle Unioni Civili, "formazioni sociali civili" l'Italia si sveglia in materia di uguaglianza a distanza di trent'anni dai Paesi più "evoluti" d'Europa in materia e la strada, nonostante il traguardo è tutta in salita

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Non c’è la possibilità di adottare, nemmeno il figlio biologico del partner, ma c’è la possibilità della comunione dei beni, l’obbligo all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione, ma non c’è obbligo di fedeltà, tant’è che su questo “scabroso” punto il PD sta pensando di annullare il comma anche alle coppie etero che si unisco civilmente. C’è la pensione di reversibilità e il Tfr maturato che spetta al partner dell’unione in caso di decesso, mentre meno di zero ci sarà la possibilità di utero in affitto. Sono tanti i punti discussi, e ancora discutibili, in fatto di Unioni Civili, ma fatto sta che da oggi, 12 maggio 2016, l’Italia arriva al nocciolo della questione – a 32 anni dall’Olanda, per esempio – in tema di uguaglianza e di diritti. 
Se ne dica quel che si vuole, ma l’Italia, per certi versi, è un Paese un po’ più sano dove poter vivere. Quel che resterà da combattere, a margine di una notizia che non è propriamente una notizia, ovvero che se non fosse passata ora saremmo stati lo zimbello d’Europa, molto di più che per i “Belluscone” di turno passati negli anni al Governo, è la diffidenza e l’omofobia serpeggiante, quel “sentire comune” che imperversa ancora in tanta Italia, perché non tutto il Paese è Milano, Bologna e Torino e gli “alieni” permangono nella mente comune, incitata e fomentata dai cattolici, dai vescovi, dalla signora Binetti di turno che torna a fare capolino come “madrina della morale” in queste occasioni.
Ci sarà da lavorare parecchio, sulla percezione comune e sull’ignoranza. Auguri a tutti. 

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