Categorie: Il fatto

Un Valle futuribile

di - 27 Febbraio 2016
Si tratta di una data un po’ storica per uno dei simboli della cultura di Roma: è stato approvato il trasferimento formale del Teatro Valle dal patrimonio statale a quello di Roma Capitale. Una firma che si attendeva da tempo, perché è dal 2011 infatti che le sorti dello storico teatro sono letteralmente in balìa degli eventi.
Prima la chiusura, dopo la soppressione dell’ente statale che lo gestiva, l’Eti, poi più nulla. Un luogo di cultura e di aggregazione abbandonato a se stesso, salvato solo parzialmente da un’occupazione durata tre anni che ne ha garantito l’utilizzo con decine di spettacoli, proiezioni, mostre e concerti.
Il destino del teatro è stato in questo tempo sulla bocca di tutti, ma nessuno ha mai davvero agito per cercare una soluzione. Le istituzioni, nella totale indifferenza, non hanno fatto nulla di concreto per restituirlo alla città, finché la giunta Marino nell’aprile 2015 non ha istituito un tavolo tecnico per fissare le tappe del passaggio patrimoniale, capitanato dall’Assessorato alla Cultura di Giovanna Marinelli.
Oltre al trasferimento di competenze, sul futuro del Valle, si è anche discusso il Piano di valorizzazione che prevede un investimento di 3 milioni di euro ripartiti equamente tra Stato e Comune per il restauro architettonico e la messa in sicurezza dell’edificio. Ora la Sovrintendenza Capitolina dovrà definire i bandi di gara per l’affidamento dei lavori. Finalmente dunque le istituzioni si sono mosse per risolvere la situazione, ma nel frattempo il Valle resta chiuso: speriamo vivamente che lo storico teatro non sia passato dalla padella alla brace. Perché se occupare (e tenere vivo uno spazio) non va bene, non è nemmeno giusto ripristinare un luogo per tenerlo in standby, come uno dei tanti fiori senza occhiello della cultura italiana. (gt)

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