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“Indagato per aver somministrato senza autorizzazione cibo ai migranti”. Siamo a Ventimiglia, e qui non si scherza: il sindaco (PD) ha vietato di dar da mangiare agli affamati. Se poi ci metti che i tre che hanno seguito le antiche parole di fratellanza sono pure francesi, sai che bel minestrone!
Antigone, Amnesty International in Italia, Sinistra italiana sono concordi: “Questa sanzione non è che l’ennesimo segnale dell’avvio, anche in Italia, di un allarmante processo di criminalizzazione della solidarietà”. Pare invece, stando al provvedimento, che si fosse creato per ordini “igienico-sanitari”: forse i migranti buttavano le cartacce a terra? Ancora: pare che le associazioni autorizzate svolgessero già il servizio di distribuzione di alimenti, e quindi – con il provvedimento – si è cercato di fermare quei “mitomani” che, anche se francesi, si intromettono nell’articolo 2 della Costituzione italiana, che impone il dovere della solidarietà. E c’è perfino qualche avvocato che si chiede “legittimamente” se può essere vietato di dare cibo e acqua a chi si trova in condizioni di bisogno.
Pare che anche qui, i confini, siano la questione: piuttosto che abbandonare la speranza di raggiungere la Francia ed essere rispediti in qualche centro italiano, chi ha raggiunto Ventimiglia si ferma a dormire in strada, nella Val Roja, per evitare identificazioni e affini e “rimpatri” verso altri centri. E allora? E allora, come allo zoo, sembra sia vietato sfamare questi “animali” che vivono allo stato brado. E che due Paesi non vogliono: uno aiutare, e l’altro accogliere. Bella storia, davvero. (MB)