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Auguri e buon lavoro a Vincenzo Trione.
Ho letto oggi l'articolo di Dario Pappalardo sulla Repubblica, interessante l'idea del neo curatore di rendere dinamico il Padiglione Italia un "workshop permanente" da maggio a novembre.
La politica sguazza in un sistema dell'arte dove NESSUNO è stato capace o ha voluto , in questi ultimi 20 anni, fare le differenze tra le opere; e quindi di appassionare e interessare un pubblico minimamente vasto: senza pubblico, senza scale critiche e valoriali, la politica fa quello che vuole. E quindi la nomina di Trione è perfetta. Esprime perfettamente la scena italiana.
Che fare? In questi sei anni, in mezzo a difficoltĂ e ostracismo, il blog whitehouse ha lavorato su tre punti, spesso fusi e sovrapposti:
-divulgazione/education per colmare il gap tra arte contemporanea e pubblico
- stimolare la critica d'arte per tentare di argomentare le differenze tra le opere. E quindi capire quale valore oggi per l'opera d'arte, oltre il teatrino stanco del mercato.
- lavorare sul linguaggio. E quindi sviluppare un atteggiamento che Nicolas Bourriaud ha definito altermoderno.
Così facendo, e non è detto che sia io il migliore nel farlo, fra qualche anno, forse, avremo scelte giuste, artisti interessanti, pubblico (e quindi una politica attenta) e anche più mercato.
La nomina di Vincenzo Trione a curatore del Padiglione Italia è la dimostrazione della pochezza del sistema dell'arte italiano. Si pagano così anni di inerzia, di silenzio, di mancanza di determinazione. Il mondo dell'arte italiano dovrebbe sollevarsi, protestare con indignazione. E invece solo qualche flebile mugugno...