Ecco una storia semplice. Intensa, magnetica e crudele. Ecco una storia di guerra e di amicizia, una storia che cancella la Storia. La china essenziale, nervosa e quasi isterica di Gipi, al secolo Gianni Pacinotti, crea l’atmosfera giusta -rarefatta quanto basta e priva di inutili eccessi- nella quale tre giovani vite si incontrano e scontrano. Entrano in gioco paure, differenze, ambizioni. Ora con toni gravi, resi ancor più drammatici da una guerra apparentemente senza senso, ora con la leggerezza che appartiene solo agli adolescenti cresciuti troppo in fretta. Christian, Giuliano e il Killerino. Tre diciassettenni legati stretti da una forte amicizia e che subiscono loro malgrado le tragiche conseguenze della guerra. Vittime di una storia di confine, confinati in una storia di provincia dove tutti i paesi hanno nomi di Santi.
Appunti per una storia di guerra, edito dalla Coconino Press e pubblicato in Francia da Actes Sud, è il primo romanzo a fumetti di Gipi. Che dopo alcune apparizioni sul quadrimestrale Black e la pubblicazione dell’antologia Esterno Notte si è cimentato con un solo racconto, lungo oltre cento pagine.
Gianni non si può certo definire un giovane autore. Lo ricordiamo infatti sulle pagine di Cuore, un po’ di anni fa. Senza considerare, poi, le collaborazioni con Il Manifesto, Boxer, Il Clandestino e Blue. E’ riuscito persino a creare una “sua” etichetta, la Santa Maria Video, con la quale realizza corti (non solo animati). Questa passione per il video spiega molte cose. Ad esempio l’utilizzo di inquadrature “cinematografiche” nella composizione delle scene, che acquistano così maggiore valore espressivo. Se a questo si aggiunge la poeticità dei paesaggi e degli sfondi, marcati dalle ombre stese da una mano sapiente, possiamo dimostrare che il fumetto è qualcosa in più di una semplice sequenza di immagini disegnate.
Le tavole di Gipi sono espressione sintetica del concetto di “arte”, dove letteratura, pittura e video si confondono in un solo linguaggio. Che il video sia per Gipi un pensiero ricorrente è qualcosa in più di una semplice intuizione. La realizzazione di un documentario assume infatti un ruolo determinante nell’intreccio narrativo di Appunti per una storia di guerra. Spetta al lettore il compito di scoprire il perché. E’ però un errore pensare che il volume sia una cronaca di guerra. Si raccontano piuttosto vicende umane, còlte nella loro contraddittoria e pur sempre fedele naturalezza. E anche il cattivo miliziano Felix, la cui presenza condizionerà pesantemente la vita dei tre ragazzi, non appare mai troppo cattivo. Mentre i sogni ricorrenti di Giuliano avvicinano emotivamente al ragazzo. Perché prima o poi capita a tutti di essere svegliati in piena notte da incubi indecifrabili. Con la paura che il sogno sia qualcosa in più di un semplice sogno. Resta così l’ossessione di una premonizione incomprensibile. Fatte queste considerazioni, la tavola finale di Appunti per una storia di guerra ci apparirà come una liberazione. Ma prima di capirlo dovremo superare lo choc. Un epilogo di straordinario impatto firmato da un autore in costante crescita.
gianluca testa
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