-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
in fumo_collane L’immaginario di Sergio Toppi
in fumo
Continua a definirsi un artigiano. Ma è a tutti gli effetti un maestro del fumetto contemporaneo. A Sergio Toppi è ora dedicata una collana di dodici volumi, in cui è raccolto il lavoro di cinquant'anni...
dall’America latina all’ignoto. Quello di Sergio Toppi è un viaggio
ideale, immaginato e documentato, che con fedeltà fotografa luoghi, personaggi
e situazioni di tutto il mondo. Ovviamente a fumetti. In dodici volumi è
infatti raccolta quasi tutta la sua produzione, frutto di cinquant’anni di
attento lavoro e minuziosa ricerca di stile. Forse sottovalutato per lunghi,
lunghissimi anni, Toppi gode finalmente della fama che merita.
Per la costruzione delle sue
avventure, che hanno permesso a molti lettori di evadere quando era impossibile
farlo davvero, si è sempre documentato fino a raggiungere l’ossessione del
particolare. Lo ha fatto quando internet era ancora lontano e al cinema i film
più attraenti erano quelli sul lontano West.
Il Giornalino, con
cui collabora da circa 34 anni, ha prodotto insieme al Museo del fumetto di
Lucca una collana dedicata alle sue opere edite e inedite. Storie complete,
illustrazioni, disegni che rappresentano uno squarcio di vita. E di mondo. I
primi tre volumi sono usciti in edicola nelle ultime settimana (a partire dal
28 ottobre) allegate proprio al Giornalino.
E ogni volume della collana richiama un’area geografica: Africane,
Mediterranee, Europee. Da domani, 18 novembre, saranno disponibili le Mediorientali.
Seguiranno Indioasiatiche, Australi, Latino americane, Amerinde, Nordiche.
E poi Sacro e Ignoto.
“Trovarmi di fronte a una
raccolta di queste dimensioni, lo ammetto, mi fa molto piacere”, commenta Toppi. “Non è una cosa che capita tutti i giorni”. Eh
no, non capita spesso. Anche perché questa operazione editoriale raccoglie
circa l’80% della sua produzione. “Sì, qui è raccolta la maggior parte
di quello che è stato un lavoro di cinquant’anni. Rappresenta per me una grossa
soddisfazione“. Non potrebbe essere altrimenti. Anche perché gli
editori sono per lui degli amici. Veri. Le edizioni San Paolo, e quindi Il
Giornalino, da oltre trent’anni possono vantare Toppi fra i collaboratori.
Poi c’è il Museo del fumetto. Il cui direttore, Angelo Nencetti, prima ancora
di ricoprire questo ruolo, da appassionato e collezionista qual è, già
moltissimo tempo fa ha stretto un forte e inscindibile legame con Toppi.
Ma organizzare e sintetizzare
cinquant’anni di lavoro quant’è stato difficile? “Nessuna difficoltà. Almeno per me. Ho potuto contare su una
collaborazione ottimale. Tutte le persone che hanno collaborato a questo
progetto non si sono risparmiate e hanno fatto un ottimo lavoro”.
Mezzo secolo di carriera non è poca cosa. E di fermarsi, Toppi, proprio non ne
ha intenzione. “Anche se
questo non spetta a me dirlo. Però lo spero. Spero davvero di non fermarmi mai.
Penso infatti di avere ancora qualcosa da dire e da raccontare”.
Quindi ha ancora voglia di fare?
“Certamente sì. E questa
occasione di pubblicare tutte le mie opere, offerta da ‘Il Giornalino’,
rappresenta anche uno stimolo a continuare”. Chissà se una
simile operazione editoriale farà affezionare nuovi lettori. “Beh, bisognerebbe chiederlo a loro.
Io spero di sì”, risponde Toppi. “Poi, lo ammetto, al
di là delle responsabilità personali, il giudizio sul mio lavoro spetta
soprattutto a chi mi vuole leggere”. Nonostante tutto, Toppi continua
a definirsi un artigiano? “Sì,
continuo. Sono e resto un artigiano”.
La grandezza di Sergio Toppi è innegabile.
Ma non altrettanto si può dire della collana che raccoglie le sue opere. Sì,
sono volumi da non perdere e da raccogliere perché irripetibili. Ma ci sono
troppe pecche. A partire dalla carta utilizzata, che ha una consistenza
inadeguata. Passando poi per le didascalie in corsivo, quasi illeggibili (e
spesso anche inutili) e alla qualità di stampa. Se le storie reggono perché
autonome, altrettanto non si può dire per le immagini. Certe illustrazioni
meriterebbero maggior respiro e non dovrebbero essere appesantite da
trascurabili riferimenti letterari. Ben venga il testo, ma solo – ed
esclusivamente – se giustificato. Infatti, quando il testo non invade il campo
visivo occupato dal disegno o dall’illustrazione – a volte costretti in una
dimensione non appropriata – la composizione, nell’insieme, assume tutt’altro
respiro.
Completano la collana dedicata a
Sergio Toppi due volumi di 128 pagine ciascuno dedicati ai 150 anni dell’Unità
d’Italia. Si tratta di un’antologia inedita di opere di grandi autori del
fumetto italiano che illustrano il percorso di formazione dell’identità
nazionale del nostro Paese attraverso la vita delle persone comuni. Tra gli
autori presenti ci sono Carlo Ambrosini, Giorgio Cavazzano, Pasquale Frisenda, Corrado
Mastantuono, Ivo Milazzo, Marco Nizzoli, Francesco
Artibani, Renzo Calegari, Sergio Tisselli e,
ovviamente, anche Sergio Toppi. Il primo dei due volumi uscirà il 27
gennaio 2011, il secondo il 3 febbraio.
Fumettisti
d’invenzione! (2)
[exibart]