Il volume in questione,
presentato in anteprima assoluta nei giorni di Lucca Comics & Games 2010, è
un libro prezioso, di grandi dimensioni, cartonato e con una copertina di
lusso. Le pagine sono stampate su una carta opaca che ricorda appunto quella
dei fumetti. Contiene poco testo e molte immagini, tavole e illustrazioni.
Elementi, questi, che lo rendono particolarmente appetibile. Anche per l’appeal
mediatico che un prodotto del genere è capace di suscitare a 50 anni dalla
nascita dei Beatles.
Le due uniche pecche? Non aver
offerto la traduzione dei molti testi in inglese e aver scritto con continuità,
su due pagine, le introduzioni alle varie epoche cui si fa riferimento. Il
volume del libro, infatti, non rende sempre fruibile la lettura come si
dovrebbe. Ma tutto è migliorabile. Quindi, detto questo, ci avviciniamo alla
doppia intervista con gli autori i due musicologi Enzo Gentile e Fabio
Schiavo.
Voi non siete due autori di
fumetti, bensì due esperti di musica. Quindi com’è nata l’idea di un volume sui
Beatles?
Fabio Schiavo: Mentre ascoltavamo musica parlavamo della mia
collezione di fumetti. Eravamo a un concerto dei Chumbawamba organizzato
proprio da Enzo Gentile. Gli ho detto dei miei albi sui Beatles, e la domanda
naturale che ci siamo posti è stata: “Perché non facciamo un libro?”.
preziosa. Cosa contiene?
Enzo Gentile: È una traiettoria grafica di
questi ultimi 47 anni. Cioè dal 1963, anno in cui è uscito il primo fumetto
dedicato ai Beatles, fino a oggi. La chiave di lettura è ovviamente cronologica,
ma attraversa diverse latitudini, perché in tutto il mondo c’è materiale a
disposizione per la raccolta. Dal Sudamerica alla Groenlandia, dagli Stati
Uniti all’Australia, passando per la Scandinavia e naturalmente l’Italia. Il
materiale è davvero tanto. Lo abbiamo setacciato e sintetizzato, scegliendo poi
con particolare attenzione di raccontare e esprimere la grande varietà di
autori e editori che hanno raccontato la storia dei Beatles, musicisti ed eroi
del loro tempo. Abbiamo pubblicato quasi tutto, lasciando molto spazio alle
immagini e pochissimo al testo.
Quanto lavoro accompagna una
ricerca così complessa?
F.S.: La raccolta è stata composta in circa 6 anni e si è
estesa via via. Come tutte le raccolte non può mai dirsi conclusa. È un ciclo
infinito, tant’è che un paio di pezzi non siamo riusciti a trovarli e
probabilmente non li troveremo mai. La selezione è stata fatta a tavolino.
Abbiamo valutato le opere più rappresentative e divertenti. Non pensando agli
albi a fumetti come a qualcosa di intoccabile. Li ho anche fatti leggere a mio
figlio e ne ho filtrato le reazioni. Quando sghignazzava voleva dire che quello
era il fumetto giusto. Volevamo raccontare il fenomeno Beatles allontanandoci
dai soliti canoni, spesso storicizzati. L’obiettivo è che i lettori possano
apprezzare il lavoro e al tempo stesso divertirsi.
L’oggetto della vostra ricerca è
senz’altro interessante e mediaticamente attraente. Quale immaginate possa
essere la risposta del pubblico?
E.G.: Pensiamo che possa incuriosire
sia gli amanti del Beatles (e ce ne sono molti) sia gli appassionati di
fumetti, un universo per me un po’ sfuggente. Avendo presentato il prodotto a
Lucca Comics & Games, dove il pubblico è tanto e molto attento, crediamo di
aver creato un ponte ideale.
I linguaggio spesso di
completano. E queste due arti, musica e fumetto, anche nei giorni del festival
lucchese hanno trovato il loro punto d’unione con Vasco Brondi e Andrea Bruno,
con Simone Cristicchi (che fu anche allievo di Benito Jacovitti) e Niccolò
Storai…
E.G.: La cosa sorprendente è che i
Beatles, già nel ’63, stimolavano un tipo di fantasia rimasta intatta nel
tempo. Questa continuità ci solletica e ci conforta. Significa infatti che
questi due linguaggi si completano. E quei quattro personaggi di Liverpool,
grazie al fumetto, verranno eternati. Noi, molto umilmente, abbiamo fatto da
tramite. Siamo come dei traghettatori dal mondo della fantasia all’universo più
concreto della musica. Accendendo la radio, infatti, un pezzo dei Beatles lo si
incontra sempre.
F.S.: Ciò che poi non è stato detto, è che i Beatles
erano dei fanatici lettori di fumetti. Erano cresciuti leggendoli, perché
quella era la cultura di quegli anni. E così è stato per molti. Non esiste
quindi la differenza fra cultura alta e cultura bassa. La musica è cultura, il
fumetto è cultura, tutto è cultura. E’ qualcosa che esiste ma che si può
mostrare da un altro punto di vista.
Qualcosa che la gente deve
ancora capire. È un problema di educazione. Ma torniamo ai Beatles a fumetti.
Trattandosi di una ricerca ancora in corso, come si svilupperà il progetto?
F.S.: Esiste un sito dove pubblicheremo gli
aggiornamenti (thebeatlescomics.com) e stiamo valutando la possibilità
di allestire una mostra con un’ulteriore selezione, accompagnata da video e
quindi multimediale, magari proprio a Lucca Comics & Games.
E.G.: Fra l’altro, al di là di Yellow Submarine,
dei Beatles uscirono anche molti cartoni animati. Quindi ci sarebbe una sponda
con l’animazione, molto florida negli Stati Uniti a partire dalla metà degli
anni ‘60. Estenderemmo il progetto dalla carta allo schermo. Il percorso è
interessante. Ci proveremo.
articoli correlati
In
135mila per i comics
a cura di gianluca
testa
Enzo Gentile & Fabio Schiavo
– Beatles a fumetti
Skira, Milano 2010
Pagg. 240, € 39
ISBN 8857208008
Info: la scheda dell’editore
[exibart]
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