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in fumo_interviste I micromondi di eBoy
in fumo
eBoy è la firma dietro la quale lavorano quattro illustratori: si chiamano Steffen Sauerteig, Svend Smital, Peter Stemmler e Kai. Sono famosi per aver praticamente inventato la pixel-art. Tutto il resto leggetelo qui...
di Davide Calì
I ragazzi di eBoy lavorano per grandi aziende come Kellogs e Coca-Cola, Diesel, Levi’s e Adidas, e poi Renault, DaimlerChrysler e Honda, ma le loro illustrazioni compaiono anche su Wired Magazine, Die Zeit, The Guardian, Spin Magazine, Der Spiegel, The New York Times Magazine. Le immagini di eBoy sono facili da riconoscere perché realizzate pixel per pixel, con una stilizzazione a metà strada tra il vecchio videogame e l’immaginario Lego, e una cura per i particolari che ha del maniacale. Dopo aver visitato le città miniaturizzate nel loro sito ed esserne rimasto decisamente impressionato li ho contattati per un’intervista.
Cominciamo dal principio: quando vi siete incontrati?
Steffen e Kai si sono conosciuti intorno al 1994 al MetaDesign. Nel 1998 è nato eBoy. Dopo poco tempo si è unito al gruppo Svend a più tardi Peter da New York.
Come è nata l’idea di fare pixel-art?
In realtà non abbiamo mai pensato di fare pixel art, semplicemente lavoriamo con questa tecnica fin da principio. Anche se non facciamo solo grafica pixel per pixel: il nostro eBoy a New York lavora soprattutto in vettoriale.
Quali programmi utilizzate?
Photoshop per disegnare pixel per pixel e Illustrator il vettoriale.
Questa è senz’altro al domanda che vi faranno più spesso: quanto tempo ci vuole per realizzare una delle vostre illustrazioni pixel per pixel?
Molto tempo, un’immagine grande per un poster richiede anche due mesi di lavoro per tre persone. Lavorare in vettoriale invece è più veloce.
Avete un archivio per costruire immagini con parti grafiche già realizzate?
Sì, abbiamo un database in continua crescita: da ogni illustrazione finita ricaviamo parti come automobili, costruzioni, persone, che archiviamo per essere riutilizzate. In questo modo ogni nuova illustrazione diventa progressivamente più semplice da comporre.
Le vostre illustrazioni ricordano la grafica dei primi videogiochi. Avete nostalgia dei vecchi giochi da bar?
Nessuna nostalgia: in realtà a parte Kai, che da bambino aveva un Commodore 64, il resto di noi viveva nella Germania Est dove non esistevano videogiochi.
E adesso giocate con i videogames?
Sì, tranne che a Svend. Ci piacciono i nuovi prodotti come WOW, Katamari, Half Life.
Cosa non fate quando non lavorate al computer?
Cose normali, badiamo ai bambini, facciamo la spesa…
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davide calì
[exibart]