Categorie: in fumo

in fumo_interviste | I micromondi di eBoy

di - 3 Luglio 2006

I ragazzi di eBoy lavorano per grandi aziende come Kellogs e Coca-Cola, Diesel, Levi’s e Adidas, e poi Renault, DaimlerChrysler e Honda, ma le loro illustrazioni compaiono anche su Wired Magazine, Die Zeit, The Guardian, Spin Magazine, Der Spiegel, The New York Times Magazine. Le immagini di eBoy sono facili da riconoscere perché realizzate pixel per pixel, con una stilizzazione a metà strada tra il vecchio videogame e l’immaginario Lego, e una cura per i particolari che ha del maniacale. Dopo aver visitato le città miniaturizzate nel loro sito ed esserne rimasto decisamente impressionato li ho contattati per un’intervista.

Cominciamo dal principio: quando vi siete incontrati?
Steffen e Kai si sono conosciuti intorno al 1994 al MetaDesign. Nel 1998 è nato eBoy. Dopo poco tempo si è unito al gruppo Svend a più tardi Peter da New York.

Come è nata l’idea di fare pixel-art?
In realtà non abbiamo mai pensato di fare pixel art, semplicemente lavoriamo con questa tecnica fin da principio. Anche se non facciamo solo grafica pixel per pixel: il nostro eBoy a New York lavora soprattutto in vettoriale.

Quali programmi utilizzate?
Photoshop per disegnare pixel per pixel e Illustrator il vettoriale.

Questa è senz’altro al domanda che vi faranno più spesso: quanto tempo ci vuole per realizzare una delle vostre illustrazioni pixel per pixel?
Molto tempo, un’immagine grande per un poster richiede anche due mesi di lavoro per tre persone. Lavorare in vettoriale invece è più veloce.

Avete un archivio per costruire immagini con parti grafiche già realizzate?
Sì, abbiamo un database in continua crescita: da ogni illustrazione finita ricaviamo parti come automobili, costruzioni, persone, che archiviamo per essere riutilizzate. In questo modo ogni nuova illustrazione diventa progressivamente più semplice da comporre.

Le vostre illustrazioni ricordano la grafica dei primi videogiochi. Avete nostalgia dei vecchi giochi da bar?
Nessuna nostalgia: in realtà a parte Kai, che da bambino aveva un Commodore 64, il resto di noi viveva nella Germania Est dove non esistevano videogiochi.

E adesso giocate con i videogames?
Sì, tranne che a Svend. Ci piacciono i nuovi prodotti come WOW, Katamari, Half Life.

Cosa non fate quando non lavorate al computer?
Cose normali, badiamo ai bambini, facciamo la spesa…

link correlati
eBoy

davide calì


[exibart]

Articoli recenti

  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02
  • Mostre

Bonhams ospiterà una mostra dedicata alla fotografa Lee Miller

Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…

21 Dicembre 2024 22:22