Francesco Tullio Altan (Treviso, 1942; vive ad Aquileia, Udine) è Trino, proprio come uno dei personaggi a cui dà vita sulle pagine di “Linus”, un dio impreparato e pasticcione che si affanna inutilmente nella creazione del mondo. C’è infatti l’Altan della
Pimpa, l’Altan delle vignette e l’Altan dei romanzi.
A questi ultimi è dedicata la mostra allestita in occasione di
BilBolBul, il festival internazionale del fumetto. Quella dei romanzi lunghi è una produzione non grandissima e ormai datata 1986. Oggi lo stesso Altan ammette di non aver più il tempo né la forza di intraprendere un lavoro di così ampio respiro. Dalle riscritture biografiche di personaggi storici (
Colombo,
Casanova,
Franz) ai romanzi a episodi in stile feuilleton (
Ada,
Macao) fino alle vicende contemporanee di
Fritz Melone e
Cuori pazzi, Altan ha dipinto con tono grottesco le miserie umane.
Se il presente è sicuramente una pena, anche il passato non dev’essere stato meglio. Altro che santi, altro che eroi. I grandi personaggi storici, smascherati da Altan, tornano a brancolare senza certezze in un ritratto profondamente irriverente, che annichilisce ogni possibile lettura agiografica.
Colombo, o anche
Tragedia di un bighellone, diventa la storia di un navigatore pronto a mettere a repentaglio la vita dei suoi marinai per inseguire una vaga ambizione. Franz è un figlio che desidera diventare santo per vendicarsi del padre. La trilogia che Altan aveva programmato non avrebbe risparmiato neanche il sommo poeta, Dante. Purtroppo, però, l’opera è rimasta incompiuta.
Graficamente, le tavole di Altan sembrano paesaggi da
Apocalisse, visioni infernali alla
Bosch; si sprecano mucchi d’immondizia, rifiuti di ogni genere. Le pagine straripano, il paesaggio è denso e pieno, quasi per un senso di
horror vacui. Scarafaggi, insetti, escrementi non mancano mai e da qui il titolo della mostra,
Il mar delle blatte. Altan è allegramente pessimista e costruisce la sua visione del mondo con un ritmo sapientissimo e incalzante, dove anche le più sordide brutture diventano linee raffinate. Con
Ada nella Giungla e
Macao, l’autore ammicca al romanzo popolare, pieno di sorprese, intrighi ed eventi imprevisti. Dopo la prima tavola non si sa mai dove si andrà a finire, cosa potrà accadere. La storia è un salto nel vuoto anche per il suo autore, che ammette di non aver mai seguito una rigida sceneggiatura.
Tra i romanzi lunghi c’è anche
Cuori Pazzi, storia di sesso e speranze miste alla ricerca di dio attraverso il lurido labirinto che è la vita. Impossibile non chiudere con la battuta cinica del pastore Bule proprio in questo romanzo: “
Ora vi lascio al vostro disgustoso esistere”.