I fumetti sono solo disegni o illustrazioni. Ma anche soggetti, sceneggiature, lettering, colore. E nella realizzazione di unâopera, dietro ognuna di queste categorie, câè un autore. Che sia scrittore, sceneggiatore, disegnatore o colorista, beh, poco importa. Tutti soggetti, questi, cui spetta (o, meglio, spetterebbe) il riconoscimento del diritto dâautore. Un condizionale obbligatorio, dato che lâunica legge in materia compirĂ tra non molto 68 anni. Un testo fin troppo datato, quindi inadeguato a rispondere alle esigenze della categoria. Cioè quella degli autori. Che non chiedono una nuova legge, bensĂŹ unâintegrazione âleggeraâ e âsnellaâ a una norma che giĂ esiste: la legge 633 del 22 aprile 1941, quella sul diritto dâautore.
Nonostante i consensi trasversali e le innumerevoli promesse, il testo modificato ha raggiunto per due volte (in altrettante legislature) i banchi di Camera e Senato. Ma la sua approvazione è sempre stata rimandata perchĂŠ â
non urgenteâ. Gli autori hanno quindi pensato di promuovere una campagna di raccolta firme tra gli addetti ai lavori, lanciando
Una firma per il fumetto. Testimonial è
Ivo Milazzo. Che, prima a Napoli Comicon e poi a Lucca Comics & Games ha partecipato a incontri e dibattiti su questo tema. â
La propostaâ, racconta Milazzo, â
è stata presentata alla Camera nel 2000 e al Senato nel 2004. Nonostante il consenso trasversale di tutte le forze politiche dellâarco parlamentare, in entrambi i casi, a oggi, non siamo riusciti ad arrivare allâapprovazione per un annoso vuoto giuridicoâ.
Sono tanti gli scrittori, i disegnatori e gli editori ad aver sottoscritto lâappello. Oltre a quella di Ivo Milazzo, leggiamo le firme di
Milo Manara,
Vittorio Giardino,
Alfredo Castelli,
Giorgio Cavazzano,
Sergio Toppi,
Igort,
Tanino Liberatore,
Lorenzo Mattotti,
Eugenio Sicomoro,
Luca Boschi,
Corrado Mastantuono e molti altri. Cui si aggiungono personaggi come Umberto Eco, Vincenzo Cerami e Moni Ovadia. â
Stiamo lavorandoâ, scrive Milazzo nellâultima lettera aperta, â
affinchĂŠ anche le case editrici, grandi e piccole, aderiscano e si adoperino al raggiungimento dellâagognato traguardo e tutti quei creativi, su cui investono tempo e denaro da cento anni, smettano di essere dei fantasmi da cui però lâerario incassa i contributi. La nostra proposta vuole adeguare gli autori italiani ai colleghi di paesi come la Francia e la Spagna, che hanno rinnovato le loro leggi rispettivamente nel 2008 e 1996â.
Purtroppo, come spesso accade, alcuni autori non hanno aderito perchĂŠ temono â
ritorsioniâ da parte delle case editrici. Le grandi piĂš delle piccole. E durante gli ultimi incontri pubblici organizzati a Lucca, gli editori leader del settore hanno garbatamente rifiutato lâinvito a partecipare.
Ma perchĂŠ è cosĂŹ complicato arrivare allâapprovazione di un testo di legge capace di attribuire un ruolo agli autori di fumetti? â
Rispondere è molto, molto difficileâ, dice Milazzo. â
Forse perchĂŠ i politici ignorano la realtĂ attuale e il vuoto legislativo presente nel testo di legge. Ă per questo che noi siamo qui: per ricordarlo. Tra scrittori e disegnatori, in Italia, ci sono circa duemila professionisti. Cui vanno associati anche altri autori, come ad esempio gli animatori e i realizzatori della colorazione. Nel momento in cui non esiste una âcasaâ nella quale si crea lâesistenza di questa categoria, ogni nostra rivendicazione diventa inutileâŚâ.
Ă anche per questo che Milazzo proseguirĂ la promozione della sua campagna a Torino Comics e al prossimo Napoli Comicon, ad aprile 2009; e, poco dopo, alla Fiera del Libro di Torino, nel maggio 2009.