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04
novembre 2009
in fumo_novità Don Zauker
in fumo
Semplicemente sorprendente. Dalle pagine di un mensile satirico, Don Zauker parte alla conquista del mercato europeo. Autoprodotto dagli autori, che rifiutano la proposta di Panini, il personaggio è venerato dai lettori. Così Caluri e Pagani compiono il miracolo...
La scorsa estate, ben quindici deputati del Pd hanno
scritto al direttore dell’“Unità” protestando per quelle strisce (Lo
Sbattezzo) che a
loro dire rappresentavano “una vera e propria caduta di tono”. Sul quotidiano diretto da
Concita De Gregorio si raccontavano le storie del trentenne operaio Beto,
sempre più laico e sempre più lontano dalla chiesa. Storie divenute poi un
libro edito da Becco Giallo, Quasi quasi mi sbattezzo.
Alessandro Lise e Alberto Talami hanno fatto proprio un ottimo lavoro. Attento,
puntuale, non banale. Ma se questo volume ha suscitato così tante polemiche,
cosa potrà mai fare Don Zauker, ora che la sua distribuzione supera il confine
regionale? “Temo che accadrà poco o nulla”, spiega il disegnatore Daniele
Caluri. “Questa
storia ha suscitato scalpore non per il volume edito da Becco Giallo, quanto
piuttosto per la sua pubblicazione a puntate sull’‘Unità’. Alla fine è un
discorso molto ipocrita di diffusione: se un’opera è fruita da un pubblico
ridotto, per quanto eventualmente provocatoria, nessuno s’indigna perché non ne
vale la pena. Basta però un passaggio in televisione, o come in questo caso la
pubblicazione su un quotidiano ad alta tiratura, ed ecco che si grida allo
scandalo”.
Questo prete cinico, spietato e a tratti drammaticamente
crudele, beh, sa essere anche molto divertente. È un personaggio a fumetti che
esce dagli stereotipi, sconfina nel grottesco, strappa una risata ma
soprattutto porta a riflettere sui nostri vizi. Quelli che condizionano la
quotidianità e mandano in frantumi le relazioni sociali, religiose e politiche.
Perché qui non ci sono solo temi legati alla chiesa e ai suoi riti, spesso
raccontati con lo stravolgimento di ruoli, funzioni e punti di vista.
Don Zauker mette in ridicolo l’aspetto più meschino della
nostra contraddittorietà. Se qualcuno dovesse leggere in questo fumetto storie
blasfeme e anticlericali, sappia in anticipo che sta guardando a occhi chiusi.
Se lo leggiamo con intelligenza, liberi da condizionamenti, scopriremo che Don
Zauker è il vero nuovo eroe. Non perché portatore di sani principi, ma perché
questo prete dal corpo tatuato e con la grande passione per le donne ha il
grande merito di metterci a nudo, scoprendo difetti e peccati.
Ebbene, ben sceneggiato da Emiliano Pagani e disegnato dalla mano morbida e
precisa di Daniele Caluri (attento ai particolari, agli ambienti,
all’espressività dei personaggi, anche quando sconfinano nella caricatura), Don
Zauker ha debuttato proprio sulle pagine de “Il Vernacoliere”. Lo storico
mensile satirico creato e diretto a Livorno da Mario Cardinali, cui va il
merito di aver resistito in edicola nonostante altre testate di genere siano
scomparse dal mercato senza più riapparire, si scaglia da sempre contro i
poteri forti. Del resto è il ruolo della satira. Ha combattuto grandi battaglie
culturali e ha sempre vinto.
È proprio sulle pagine de “Il Vernacoliere” che Caluri,
poi approdato anche in casa Bonelli con Martin Mystère, ha debuttato
giovanissimo. Ora i due hanno creato un personaggio che prima è stato
apprezzato dal pubblico del mensile – diffuso quasi prevalentemente in Toscana
– e che ora si appresta a compiere il grande salto. Non storie brevi di satira
tesa e concentrata in due sole tavole dense di vignette e dialoghi, ma un albo
completo (Santo subito), autoprodotto dagli autori in collaborazione con Double Shot.
Presentato in anteprima a Lucca Comics & Games, il
volume cartonato (splendida la copertina di Massimo Carnevale, che coglie il senso e
l’espressione del Don Zauker che ben conosciamo) sarà in distribuzione
nazionale a partire da dicembre. Anche se a Caluri non piace molto parlare
delle sue storie (perché “alla fine sono i lettori che danno un giudizio e
una critica definitivi”), ci dice che “potersi muovere in un formato così diverso
rispetto a quello della serie trasforma il prodotto in un’altra cosa. È la
stessa differenza che c’è fra un racconto e un romanzo. Per certi versi si può
parlare addirittura di linguaggi diversi. Nel caso di ‘Santo subito’, dal punto
di vista grafico il passaggio dalle 15 vignette per pagina (in media) alle 8
del nuovo albo ha permesso innanzitutto un disegno che respirasse meglio. Non
solo nella gestione degli spazi, ma anche nelle possibilità compositive, nella
descrizione degli sfondi. E quantità dei comprimari e soluzioni di
regia…”.
E per quel che riguarda la sceneggiatura, in cui è invece
coinvolto Pagani? “è la stessa cosa: la
foliazione lunga permette di lavorare su un intreccio impossibile da gestire su
due pagine. E ha altre caratteristiche: la divisione in sequenze che rispettino
la fine della pagina, il calcolo dei colpi di scena nella pagina di sinistra (i
cosiddetti ‘girapagina’), i flashback. Oltre alla possibilità di lavorare
meglio sulle relazioni fra i personaggi e i dialoghi”.
La Panini, per prima, ha fiutato la forza (e il successo)
del personaggio. Così ha proposto una pubblicazione seriale di Don Zauker,
garbatamente rifiutata dagli autori. “Il no alla Panini non è dovuto a
posizioni ideologiche, desideri di indipendenza o atti d’eroismo. Questo
dev’essere chiaro”, precisa Caluri. “L’offerta era di fare di Don Zauker una
miniserie da 40mila copie distribuite su territorio nazionale. Chiunque avrebbe
detto di sì, noi compresi. C’era però la richiesta da parte loro di ‘smussare’
alcuni angoli del personaggio: il suo linguaggio, certa satira nei confronti
delle gerarchie ecclesiastiche… Da qui il nostro rifiuto. Alla fine è stato
un semplice atto di buon senso. Ci avremmo guadagnato in denaro, visibilità,
reperibilità e probabilmente notorietà, ma avremmo ucciso il personaggio. E poi
non c’è un vero passaggio dal ‘Vernacoliere’ a chissà cosa: la serie regolare
continua sulle pagine del mensile satirico, come è visibile nel numero di
novembre. Un albo inedito, tuttavia, ha costi molto più alti rispetto alle
raccolte come quelle pubblicate finora. E il ‘Vernacoliere’ non riusciva a
garantircele. È così che, di comune accordo, è venuta fuori l’ipotesi di
provarci in autonomia. Solo in un secondo tempo, praticamente prima di andare
in stampa, è venuta fuori l’ipotesi Double Shot su suggerimento di Roberto
Recchioni. A loro abbiamo affidato il compito di gestire la
distribuzione”.
Di straordinario c’è anche l’approdo in Europa di Don
Zauker: è infatti prevista un’edizione in lingua francese. Il problema della
traduzione? Espressioni gergali e vernacolari saranno risolte probabilmente col
marsigliese. “È bellissima. Anzi, è la visione dell’albo versione Clair
de Lune che ci ha convinto a farne uno in autonomia con le stesse
caratteristiche, carta e copertina. Tuttavia, c’è un difetto. Peraltro nemmeno
da poco”, ci
racconta Caluri. “L’editore francese ha pubblicato le due raccolte, ma si è
fermato lì. Non ha pubblicizzato gli albi, non partecipa a fiere o festival,
non fa promozione di alcun tipo. E quindi credo che verranno soffocati dalle
uscite delle case editrici più grosse o semplicemente più intraprendenti. La
traduzione è stata affidata a due amici livornesi, che vivono o hanno vissuto
in Francia e che quindi conoscono non solo la lingua letteraria, ma soprattutto
le espressioni gergali, per poter adattare il linguaggio del nostro fumetto
alla realtà d’Oltralpe”.
Come spiega l’autore il successo di un personaggio come
Don Zauker? Caluri ritiene ci sia più di un motivo. Anzi, tre. “Il
primo e principale è dovuto all’attuale pontefice: è la miglior garanzia per un
fumetto satirico come il nostro”. Il secondo? “Credo sia dovuto al sito donzauker.it,
attivo da due anni. Io ed Emiliano Pagani lo aggiorniamo con una media di
due-tre post alla settimana, satireggiando su attualità, politica, spettacolo,
chiesa e altro. In breve tempo abbiamo aumentato i contatti e tanta, tantissima
gente che non ci conosceva”. E infine, il terzo motivo. “Don Zauker riempie un vuoto
editoriale”, conclude Caluri. “In Italia non
si producono storie simili; non perché manchino gli scrittori o i disegnatori.
Ma in questo momento storico, beh, per i piccoli editori diventa una questione
di risorse. Per quelli grandi, invece, di rischi. Difficilmente un editore di
larga diffusione accetta di pubblicare una storia così provocatoria, per non
urtare sensibilità e pregiudicarsi fette importanti di pubblico. Non è neanche
giusto, però, che i lettori rimangano senza un certo tipo di racconto. Va bene
l’intrattenimento puro, d’evasione. Ma è necessario anche qualcosa di diverso
perché l’offerta sia completa. L’autoproduzione azzera certe questioni e
rappresenta una ricchezza per tutto il popolo dei lettori”.
scritto al direttore dell’“Unità” protestando per quelle strisce (Lo
Sbattezzo) che a
loro dire rappresentavano “una vera e propria caduta di tono”. Sul quotidiano diretto da
Concita De Gregorio si raccontavano le storie del trentenne operaio Beto,
sempre più laico e sempre più lontano dalla chiesa. Storie divenute poi un
libro edito da Becco Giallo, Quasi quasi mi sbattezzo.
Alessandro Lise e Alberto Talami hanno fatto proprio un ottimo lavoro. Attento,
puntuale, non banale. Ma se questo volume ha suscitato così tante polemiche,
cosa potrà mai fare Don Zauker, ora che la sua distribuzione supera il confine
regionale? “Temo che accadrà poco o nulla”, spiega il disegnatore Daniele
Caluri. “Questa
storia ha suscitato scalpore non per il volume edito da Becco Giallo, quanto
piuttosto per la sua pubblicazione a puntate sull’‘Unità’. Alla fine è un
discorso molto ipocrita di diffusione: se un’opera è fruita da un pubblico
ridotto, per quanto eventualmente provocatoria, nessuno s’indigna perché non ne
vale la pena. Basta però un passaggio in televisione, o come in questo caso la
pubblicazione su un quotidiano ad alta tiratura, ed ecco che si grida allo
scandalo”.
Questo prete cinico, spietato e a tratti drammaticamente
crudele, beh, sa essere anche molto divertente. È un personaggio a fumetti che
esce dagli stereotipi, sconfina nel grottesco, strappa una risata ma
soprattutto porta a riflettere sui nostri vizi. Quelli che condizionano la
quotidianità e mandano in frantumi le relazioni sociali, religiose e politiche.
Perché qui non ci sono solo temi legati alla chiesa e ai suoi riti, spesso
raccontati con lo stravolgimento di ruoli, funzioni e punti di vista.
Don Zauker mette in ridicolo l’aspetto più meschino della
nostra contraddittorietà. Se qualcuno dovesse leggere in questo fumetto storie
blasfeme e anticlericali, sappia in anticipo che sta guardando a occhi chiusi.
Se lo leggiamo con intelligenza, liberi da condizionamenti, scopriremo che Don
Zauker è il vero nuovo eroe. Non perché portatore di sani principi, ma perché
questo prete dal corpo tatuato e con la grande passione per le donne ha il
grande merito di metterci a nudo, scoprendo difetti e peccati.
Ebbene, ben sceneggiato da Emiliano Pagani e disegnato dalla mano morbida e
precisa di Daniele Caluri (attento ai particolari, agli ambienti,
all’espressività dei personaggi, anche quando sconfinano nella caricatura), Don
Zauker ha debuttato proprio sulle pagine de “Il Vernacoliere”. Lo storico
mensile satirico creato e diretto a Livorno da Mario Cardinali, cui va il
merito di aver resistito in edicola nonostante altre testate di genere siano
scomparse dal mercato senza più riapparire, si scaglia da sempre contro i
poteri forti. Del resto è il ruolo della satira. Ha combattuto grandi battaglie
culturali e ha sempre vinto.
È proprio sulle pagine de “Il Vernacoliere” che Caluri,
poi approdato anche in casa Bonelli con Martin Mystère, ha debuttato
giovanissimo. Ora i due hanno creato un personaggio che prima è stato
apprezzato dal pubblico del mensile – diffuso quasi prevalentemente in Toscana
– e che ora si appresta a compiere il grande salto. Non storie brevi di satira
tesa e concentrata in due sole tavole dense di vignette e dialoghi, ma un albo
completo (Santo subito), autoprodotto dagli autori in collaborazione con Double Shot.
Presentato in anteprima a Lucca Comics & Games, il
volume cartonato (splendida la copertina di Massimo Carnevale, che coglie il senso e
l’espressione del Don Zauker che ben conosciamo) sarà in distribuzione
nazionale a partire da dicembre. Anche se a Caluri non piace molto parlare
delle sue storie (perché “alla fine sono i lettori che danno un giudizio e
una critica definitivi”), ci dice che “potersi muovere in un formato così diverso
rispetto a quello della serie trasforma il prodotto in un’altra cosa. È la
stessa differenza che c’è fra un racconto e un romanzo. Per certi versi si può
parlare addirittura di linguaggi diversi. Nel caso di ‘Santo subito’, dal punto
di vista grafico il passaggio dalle 15 vignette per pagina (in media) alle 8
del nuovo albo ha permesso innanzitutto un disegno che respirasse meglio. Non
solo nella gestione degli spazi, ma anche nelle possibilità compositive, nella
descrizione degli sfondi. E quantità dei comprimari e soluzioni di
regia…”.
E per quel che riguarda la sceneggiatura, in cui è invece
coinvolto Pagani? “è la stessa cosa: la
foliazione lunga permette di lavorare su un intreccio impossibile da gestire su
due pagine. E ha altre caratteristiche: la divisione in sequenze che rispettino
la fine della pagina, il calcolo dei colpi di scena nella pagina di sinistra (i
cosiddetti ‘girapagina’), i flashback. Oltre alla possibilità di lavorare
meglio sulle relazioni fra i personaggi e i dialoghi”.
La Panini, per prima, ha fiutato la forza (e il successo)
del personaggio. Così ha proposto una pubblicazione seriale di Don Zauker,
garbatamente rifiutata dagli autori. “Il no alla Panini non è dovuto a
posizioni ideologiche, desideri di indipendenza o atti d’eroismo. Questo
dev’essere chiaro”, precisa Caluri. “L’offerta era di fare di Don Zauker una
miniserie da 40mila copie distribuite su territorio nazionale. Chiunque avrebbe
detto di sì, noi compresi. C’era però la richiesta da parte loro di ‘smussare’
alcuni angoli del personaggio: il suo linguaggio, certa satira nei confronti
delle gerarchie ecclesiastiche… Da qui il nostro rifiuto. Alla fine è stato
un semplice atto di buon senso. Ci avremmo guadagnato in denaro, visibilità,
reperibilità e probabilmente notorietà, ma avremmo ucciso il personaggio. E poi
non c’è un vero passaggio dal ‘Vernacoliere’ a chissà cosa: la serie regolare
continua sulle pagine del mensile satirico, come è visibile nel numero di
novembre. Un albo inedito, tuttavia, ha costi molto più alti rispetto alle
raccolte come quelle pubblicate finora. E il ‘Vernacoliere’ non riusciva a
garantircele. È così che, di comune accordo, è venuta fuori l’ipotesi di
provarci in autonomia. Solo in un secondo tempo, praticamente prima di andare
in stampa, è venuta fuori l’ipotesi Double Shot su suggerimento di Roberto
Recchioni. A loro abbiamo affidato il compito di gestire la
distribuzione”.
Di straordinario c’è anche l’approdo in Europa di Don
Zauker: è infatti prevista un’edizione in lingua francese. Il problema della
traduzione? Espressioni gergali e vernacolari saranno risolte probabilmente col
marsigliese. “È bellissima. Anzi, è la visione dell’albo versione Clair
de Lune che ci ha convinto a farne uno in autonomia con le stesse
caratteristiche, carta e copertina. Tuttavia, c’è un difetto. Peraltro nemmeno
da poco”, ci
racconta Caluri. “L’editore francese ha pubblicato le due raccolte, ma si è
fermato lì. Non ha pubblicizzato gli albi, non partecipa a fiere o festival,
non fa promozione di alcun tipo. E quindi credo che verranno soffocati dalle
uscite delle case editrici più grosse o semplicemente più intraprendenti. La
traduzione è stata affidata a due amici livornesi, che vivono o hanno vissuto
in Francia e che quindi conoscono non solo la lingua letteraria, ma soprattutto
le espressioni gergali, per poter adattare il linguaggio del nostro fumetto
alla realtà d’Oltralpe”.
Come spiega l’autore il successo di un personaggio come
Don Zauker? Caluri ritiene ci sia più di un motivo. Anzi, tre. “Il
primo e principale è dovuto all’attuale pontefice: è la miglior garanzia per un
fumetto satirico come il nostro”. Il secondo? “Credo sia dovuto al sito donzauker.it,
attivo da due anni. Io ed Emiliano Pagani lo aggiorniamo con una media di
due-tre post alla settimana, satireggiando su attualità, politica, spettacolo,
chiesa e altro. In breve tempo abbiamo aumentato i contatti e tanta, tantissima
gente che non ci conosceva”. E infine, il terzo motivo. “Don Zauker riempie un vuoto
editoriale”, conclude Caluri. “In Italia non
si producono storie simili; non perché manchino gli scrittori o i disegnatori.
Ma in questo momento storico, beh, per i piccoli editori diventa una questione
di risorse. Per quelli grandi, invece, di rischi. Difficilmente un editore di
larga diffusione accetta di pubblicare una storia così provocatoria, per non
urtare sensibilità e pregiudicarsi fette importanti di pubblico. Non è neanche
giusto, però, che i lettori rimangano senza un certo tipo di racconto. Va bene
l’intrattenimento puro, d’evasione. Ma è necessario anche qualcosa di diverso
perché l’offerta sia completa. L’autoproduzione azzera certe questioni e
rappresenta una ricchezza per tutto il popolo dei lettori”.
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Emiliano Pagani & Daniele Caluri – Don Zauker.
Santo subito
Autoprodotto dagli autori in collaborazione con Double
Shot, Carmignano (PO) 2009
Pagg. 50, € 12
ISBN 9788896064191
Info: la scheda dell’editore
[exibart]