Spesso ci si affanna nell’organizzazione di eventi destinati a celebrare ricorrenze più o meno significative. Ci sono anniversari sovrastimati. Ma anche date da ricordare che, ahinoi, cadono inesorabilmente nel dimenticatoio. E così, nei giorni in cui dovrebbe prevalere lo spirito natalizio nonostante le crisi spalmate un po’ ovunque, insieme al nuovo anno ci troviamo a festeggiare altri celebri compleanni. Almeno per quel che riguarda il macro-mondo artistico dei fumetti, dei suoi autori e dei suoi protagonisti più rappresentativi.
A cominciare da quel Mickey Mouse che, nel novembre 1928, fece la sua prima apparizione nel corto animato più famoso della storia:
Steamboat Willie. La pellicola debutta al Colony Theatre di New York. Topolino, doppiato dal suo stesso creatore,
Walt Disney, è dapprima alla guida di un battello; poi incontra Minnie e riesce perfino a “
far suonare” gli animali. Topolino (personaggio che valse l’Oscar a Walt Disney nel 1932) ha già soffiato sulle ottanta candeline.
Così come ha fatto Tex Willer, che il 30 settembre scorso ha compiuto sessant’anni. Lui che è il personaggio seriale più seguito d’Italia, è stato creato da
Gian Luigi Bonelli insieme ad
Aurelio Galleppini. Ed è proprio sulla nascita di Bonelli che si concentrano in questi giorni ricordi, omaggi e citazioni. Lo sceneggiatore ed editore milanese è nato infatti il 22 dicembre del 1908. Una data che, di fatto, ha segnato anche il suo destino. Perché convenzionalmente, in Italia, la genesi del fumetto nazionale è segnata dalla prima uscita del “Corriere dei Piccoli”, avvenuta il 27 dicembre 1908.
È proprio su questi due eventi che si concentra l’attività del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 100 anni del fumetto italiano. Costituitosi a Lucca in aprile, da pochi giorni il Comitato è online con un proprio sito web. Tra le prime iniziative promosse ci sono il francobollo celebrativo col Signor Bonaventura (frutto della collaborazione con l’Associazione nazionale amici del fumetto) e il volume
Il Secolo del Corriere dei Piccoli, edito da Rizzoli e curato da Matteo Stefanelli e Fabio Gadducci. Un’antologia che vale la pena di leggere e possedere.
Ora, però, non possiamo limitarci a ricordare e commentare mostre, eventi e pubblicazioni che nascono e si sviluppano nel mondo dei fumetti. Abbiamo una storia da ricostruire, pur nella sua complessità. E ci sono scrittori, disegnatori ed editori capaci di raccontare, disegnare e diffondere nuovi prodotti. Opere originali che, nel rispetto del passato, scardinano l’impostazione classica per inaugurare nuovi percorsi espressivi. In un contesto così ricco e variegato, potenzialmente inesploso, si fatica a trovare percorsi comuni. Tutto è affidato all’iniziativa dei singoli o, più raramente, di gruppi ristretti. Prevale quindi l’editore più abile e coraggioso, il disegnatore che ha avuto la fortuna d’esser messo in vetrina, il festival cui la storia ha dato ragione.
È difficile anche solo pensare alla creazione di sinergie tra soggetti competenti. Sono difficili le collaborazioni. E ancora nessuno si è posto il problema di come rispondere, insieme, al distacco ormai assodato tra i bambini e la letteratura illustrata. Nessuno che abbia pensato seriamente a come ricostruire collettivamente uno spazio per la storia (quella trascorsa e quella che sarà). Insomma, ben vengano le celebrazioni. Ma c’è ancora molto da costruire.