Categorie: in fumo

in fumo_recensioni | Andrea Pazienza racconta Jacques Prévert

di - 18 Novembre 2009
Chissà. Forse Andrea Pazienza ha voluto illustrare i
versi di Jacques Prévert proprio per lo stesso desiderio di libertà che tutti e
due hanno vissuto. Due artisti popolari e anarchici, antiborghesi e
sperimentali, audaci e comunicativi”
. Questo scrive Fernanda Pivano nell’introduzione a
quello che non è solo un volume nato per accompagnare la mostra di originali
allestita l’estate scorsa nella Palazzina azzurra di San Benedetto del Tronto.
La Fandango Libri, nelle pubblicazioni così come nella
produzione cinematografiche, è editore attento, scrupoloso, intelligente.
Premia infatti il talento – a tratti illegittimamente sfruttato – di Andrea
Pazienza
. Che
giovanissimo, da sedicenne liceale qual era, ancora lontano dall’esame di
maturità all’artistico di Pescara, si mette in gioco confrontandosi coi testi
di Jacques Prévert.
Surrealista, ironico, innamorato dell’amore e poeta
anarchico, Prévert ha molto in comune con Pazienza. E forse, consapevolmente o
no che fosse, Andrea si è sentito affine a colui che, nella letteratura del
Novecento, è stato capace di proporre testi satirici, appassionati, irriverenti
e sperimentali.
La Fandango recupera quindi 17 tavole inedite che il giovane
Pazienza non ha solo disegnato. Le ha rese vive. Interpretando e parafrasando
graficamente le parole scritte dal poeta francese, qui calate nel
contemporaneo. In un mondo che appartiene a Pazienza e che lui ben conosce. Un
mondo che è di tutti, ma che non tutti sono capaci di guardare criticamente.

L’operazione editoriale appare quindi straordinaria, al di
là di ogni valutazione di merito sul nome dell’autore. Anzi, doppiamente
straordinaria: primo, perché mette sapientemente a confronto letteratura scritta
e letteratura disegnata; in secondo luogo perché questo volume – di taglio
orizzontale e composto con uno stile raffinato, che si fa forte della qualità
di stampa e della nobiltà della carta utilizzata – conferma quanto talento
fosse racchiuso in una sola persona, già in età adolescenziale.
Andrea Pazienza non disegna. Ma raconta, dal suo punto di
vista, la potenza espressiva di Prévert. Lo fa suo, utilizzando espedienti
linguistici e, soprattutto, espressivi. Mostra di conoscere, quasi per empatia
o istinto, i segreti dell’anatomia. Usa il pennarello come una sciabola e
diventa surreale a sua volta. Traduce a modo suo. Compone, stilizza, idealizza.
Compie scelte grafiche fin troppo mature per la sua età e restituisce tutto a
non precisati lettori. Perché Pazienza, a sedici anni, forse non immaginava
neppure di avere un pubblico. O forse sì, magari identificato in quei
professori (Sandro Visca su tutti, cui non mancano riferimenti anche in questa
storia) che, riconoscendo i valori aggiunti di un alunno pieno zeppo di
potenzialità, ne erano affascinati e attratti. Diventando poi, come fu per
Visca, confidenti, consiglieri e amici.

Quindi, sia a chi ritiene Andrea Pazienza un talento
sopravvalutato e ingombrante, sia a tutti quelli che neppure lo conoscono,
suggeriamo di sfogliare questo bel volume. La supervalutazione dell’autore
assumerà un valore irrilevante. E il ruolo dell’autore Andrea Pazienza,
scomparso nell’ormai lontano 1988, si farà sempre più pesante. Un grazie quindi
a Fandango, che ha restituito al pubblico un’opera completa e inedita, di
fronte alla quale non si può che risconoscere l’intuizione espressiva di chi un
talento lo ha per natura. E che porta a porre un solo interrogativo: cosa e
come avrebbe disegnato oggi Andrea Pazienza?
Ma forse l’attualità del segno e dei contenuti di opere
come questa, che risale ormai ai primi anni ‘70, non ci lascia che il rammarico
di non averlo incontrato prima, questo straordinario e inimitabile autore.

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Andrea Pazienza

gianluca
testa


Andrea Pazienza – Jacques Prévert
Fandango Libri, Roma 2009
Pagg. 56, € 20
ISBN 8860441331
Info: la scheda dell’editore

[exibart]


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