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Chi sa definire il comportamento di una gatta? Come si può raccontare quella calma e quell’indolenza? Tante vicende, piccole storie o momenti, che raccontano una gatta e il suo padrone, il loro rapporto e quello che pensano l’una dell’altro. Le Cronachette di Giacomo Nanni sono tante tavole autoconclusive, apparse per anni sul blog dell’autore, ora raccolte in volume. E raccontano questo: il padrone della gatta disegna, lei gironzola per la casa, dorme, fa le fusa, insegue uccellini, disturba e parla. Lui vive, a tratti si trascina nella stessa quotidianità di lei, rimanendo immobile a volte, disegnando o parlando. I due si osservano, convivono. Si alternano momenti ironici, teneri, momenti in cui chiunque viva con un gatto si ritrova e sorride, oppure sbuffa e riconosce i silenzi. Sicuramente si stupisce.
È incredibile leggere una tavola in cui sei vignette uguali inquadrano una finestra; e ci si sente la gatta che osserva la finestra e ci si sente la telecamera che aspetta l’entrata in scena della gatta e ancora il padrone che pensava di girarsi e vederla là, appollaiata, e invece no. Un racconto unico, un’indagine, un tentativo riuscito di definizione dei tempi, delle attese e delle monotonie diverse della semplice vita tra le fusa e il cibo.Inoltre, un gioco variegato sull’uso del disegno sequenziale, con tavole che hanno del rivoluzionario e che sicuramente inquadrano Giacomo Nanni come autore unico nella cultura fumettistica mondiale, ancora in via di definizione egli stesso, poiché salta da un tema all’altro e da un modo a un altro nei suoi libri e nei suoi racconti, ma sicuramente già distaccato da ogni altra ricerca nel campo.
Notevole la possibilità di scelta, nella lettura, dell’ordine delle vignette, che spesso possono essere osservate da sinistra verso destra o, separatamente, dall’alto verso il basso (la gatta che beve dal piatto) o ancora in ordine sparso e ogni volta diverso, come a materializzare l’incredibile varietà dei movimenti e dei ripensamenti di un gatto che vive la sua quotidianità. Sicuramente, un volume da tenere vicino al letto per leggere ogni sera storie diverse e affezionarsi sempre più a quella delicata musicalità. Un libro da sfogliare ogni giorno, alla ricerca di nuove esperienze e di nuove frontiere di un linguaggio che è usato in maniera sperimentale e precisa.
Non solo. L’uscita di Cronachette è un “evento” per la miope cultura del fumetto italiano contemporaneo. Non è solo la conferma di ogni dubbio riguardo alla grandezza autoriale di Nanni, non è solo un manifesto oggettivo sulle novità possibili del fare fumetto d’autore-non-scrittore, non solo questo. È un libro importante perché sottolinea la pochezza delle strade d’oggi, coccolate dal suono etimologico del graphic novel e completamente immemori di tutte le esperienze precedentemente vissute, legate al concetto di serialità, che le hanno rese grandi.
Umberto Eco diceva, nel ‘64, riferendosi a Krazy Cat, qualcosa che oggi non funziona quasi più: “Da questa situazione, assurda e senza particolari pimenti comici, l’autore traeva una serie infinita di variazioni basandosi su un fatto strutturale che è di fondamentale importanza per la comprensione del fumetto: la breve storia giornaliera o settimanale, la striscia tradizionale, anche se racconta un fatto che si conclude nel giro di quattro vignette, non funziona presa a sé, ma acquista ogni sapore solo nella sequenza continua e testarda che si snoda, striscia dopo striscia, giorno dopo giorno”.
Rimane un po’ l’amaro in bocca, dopo la lettura, perché quel gioco perpetuo non respira tutta l’aria che meriterebbe, restando chiuso nei rigidi confini di un unico libro, quando sarebbe stato bello goderselo nel tempo su giornali o riviste. Eppure, oggi, questa è l’unica possibilità per leggere una così grande opera.
È incredibile leggere una tavola in cui sei vignette uguali inquadrano una finestra; e ci si sente la gatta che osserva la finestra e ci si sente la telecamera che aspetta l’entrata in scena della gatta e ancora il padrone che pensava di girarsi e vederla là, appollaiata, e invece no. Un racconto unico, un’indagine, un tentativo riuscito di definizione dei tempi, delle attese e delle monotonie diverse della semplice vita tra le fusa e il cibo.Inoltre, un gioco variegato sull’uso del disegno sequenziale, con tavole che hanno del rivoluzionario e che sicuramente inquadrano Giacomo Nanni come autore unico nella cultura fumettistica mondiale, ancora in via di definizione egli stesso, poiché salta da un tema all’altro e da un modo a un altro nei suoi libri e nei suoi racconti, ma sicuramente già distaccato da ogni altra ricerca nel campo.
Notevole la possibilità di scelta, nella lettura, dell’ordine delle vignette, che spesso possono essere osservate da sinistra verso destra o, separatamente, dall’alto verso il basso (la gatta che beve dal piatto) o ancora in ordine sparso e ogni volta diverso, come a materializzare l’incredibile varietà dei movimenti e dei ripensamenti di un gatto che vive la sua quotidianità. Sicuramente, un volume da tenere vicino al letto per leggere ogni sera storie diverse e affezionarsi sempre più a quella delicata musicalità. Un libro da sfogliare ogni giorno, alla ricerca di nuove esperienze e di nuove frontiere di un linguaggio che è usato in maniera sperimentale e precisa.
Non solo. L’uscita di Cronachette è un “evento” per la miope cultura del fumetto italiano contemporaneo. Non è solo la conferma di ogni dubbio riguardo alla grandezza autoriale di Nanni, non è solo un manifesto oggettivo sulle novità possibili del fare fumetto d’autore-non-scrittore, non solo questo. È un libro importante perché sottolinea la pochezza delle strade d’oggi, coccolate dal suono etimologico del graphic novel e completamente immemori di tutte le esperienze precedentemente vissute, legate al concetto di serialità, che le hanno rese grandi.
Umberto Eco diceva, nel ‘64, riferendosi a Krazy Cat, qualcosa che oggi non funziona quasi più: “Da questa situazione, assurda e senza particolari pimenti comici, l’autore traeva una serie infinita di variazioni basandosi su un fatto strutturale che è di fondamentale importanza per la comprensione del fumetto: la breve storia giornaliera o settimanale, la striscia tradizionale, anche se racconta un fatto che si conclude nel giro di quattro vignette, non funziona presa a sé, ma acquista ogni sapore solo nella sequenza continua e testarda che si snoda, striscia dopo striscia, giorno dopo giorno”.
Rimane un po’ l’amaro in bocca, dopo la lettura, perché quel gioco perpetuo non respira tutta l’aria che meriterebbe, restando chiuso nei rigidi confini di un unico libro, quando sarebbe stato bello goderselo nel tempo su giornali o riviste. Eppure, oggi, questa è l’unica possibilità per leggere una così grande opera.
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Forma o formato?
claudio nader
la rubrica in fumo è diretta da gianluca testa
Giacomo Nanni – Cronachette
Coconino Press, Bologna 2007
Pagg. 360, ill. b/n, € 16
ISBN 9788876180941
Info: la scheda dell’editore
[exibart]