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in fumo_recensioni | Il fumetto fa casinò

di - 30 Aprile 2008
Le nuvolette che dalle bocche dei personaggi si formano per contenere dialoghi o suoni rappresentano l’origine di un linguaggio codificato il cui scopo primario era -e resta- la narrazione. Ma il racconto può essere veicolato attraverso le più diverse forme espressive. Che si intrecciano, a volte sovrapponendosi, per raggiungere la parte più sensibile della nostra coscienza e accompagnarla così all’interno di un’esistenza più complessa e stratificata. Per questo meno vuota e nient’affatto banale. E così il fumetto si spinge ben al di là delle teorizzazioni. L’arte sequenziale definita da Will Eisner diventa l’arte composita. Musica, teatro, parole, immagini, video. Tutto contribuisce all’arricchimento della narrazione. Senza che per questo esista una dominante. Ciò che più conta sono le emozioni. E questo Igort lo sa bene.
Autore di fumetti, editore per la Coconino Press, musicista e scrittore, Igor Tuveri è quello che più di altri si può definire un artista completo. E il suo ultimo lavoro, Casinò, è l’espressione di questa sintesi che unisce musica e parole, immagini e visioni, suoni e colori. Un solo prodotto che si può (anzi, si deve) leggere, ascoltare, ammirare e assaporare con lentezza. Perché si percepisca ogni sfumatura di gusto. Perché si riescano a sentire le cicale che ritmano ballate notturne in un blues elettrico. Perché si viva l’immagine come la protesi contemporanea di un sogno passato. Quello degli emigranti italiani che guardavano l’America con speranza e immaginazione. Una narrazione complessa e profonda riassunta in un solo lavoro, dunque.
Casinò è un cd con undici brani (insieme a Igort c’è la band dei Lo Ciceros), un libro illustrato di trentadue pagine, uno spettacolo teatral-musicale. Un’opera completa il cui filo rosso è l’emozione. E la narrazione il suo strumento. Né solo illustrazione, né solo musica, né solo teatro. Qua c’è il racconto (non a caso il disco avrebbe dovuto chiamarsi Stories). Lui che è figlio di un compositore, che a diciannove anni ha pubblicato il suo primo disco da solista con Italian Records (Dall’Alchimia ermetica al Plutonio) e che è conosciuto (e tradotto e apprezzato) in tutto il mondo per le sue graphic novel, sintetizza così la genesi di un lavoro in cui domina la componente narrativa ed emozionale.

I linguaggi, poi, sono solo tramiti della creatività. “All’inizio cercavo di convivere con due linguaggi che mi mangiavano l’anima: il fumetto e la musica”, racconta Igort. “Poi ho capito che le due forme espressive potevano convivere. Mentre scrivevo i testi di Casinò pensavo a dei racconti e disegnavo contemporaneamente”. La complessità sta nella narrazione e nella storia. Che sia raccontata con musica, parole o disegni cambia poco. “Cerco di parlare dell’uomo”, prosegue Igort, “e dei gesti che costruiscono la sua vita. Faccio ciò che mi piace. E nel farlo cerco di essere il più sincero possibile rispettando quello che sento”.
Se in questa contaminazione di linguaggi esiste una dominante, sta nella percezione del pubblico e nel contesto in cui un’opera si presenta. “Casinò è nato con una natura meticcia”, spiega Igort. “Chiaramente quando si ascolta la musica la dominante è quella sonora, quando si assiste a un’esibizione è quella spettacolare, quando si leggono racconti è quella narrativa e quando invece si vedono i disegni domina l’evocazione. L’idea del disegno che accompagna la musica nei miei lavori è sempre esistita. A partire dal primo disco, di cui avevo illustrato il libretto. Anche le copertine degli Slava Trudu (la mia prima band) erano disegnate da me. Così come le scenografie dello spettacolo. Con Casinò, invece, è più forte il rapporto con il racconto”.
Una pluralità di visioni in cui il fumetto assume comunque un ruolo determinante. “Quello che amo di più del fumetto è la sua versatilità e complessità linguistica. Chi fa fumetti è anche regista, sceneggiatore e lavora sulla fotografia. È quindi un linguaggio molto ricco che mi ha sempre fatto pensare ai futuristi, che un secolo fa vivevano un’arte multipla passando dalla pittura alla scultura fino ai poemi fonetici e al teatro. L’idea della specializzazione in un lavoro singolo si è affermata solo dopo”. Una visione, questa, che non sembra sia stata accettata da tutti. “Penso infatti a Pasolini, Cechov, Paul Klee (eccellente violinista poi passato alla storia dell’arte) e David Byrne (fondatore dei Talking Heads ed eccellente regista). Ciò che conta è la ricchezza dello sguardo e non la banalità”.

Casinò
, che nasce dall’idea di raccontare storie con la musica, diventerà anche uno spettacolo che questa nuova avanguardia d’artisti sta sviluppando nel segno della contaminazione. “Oltre la musica”, anticipa Igort, “ci saranno anche dei reading. E i disegni come scenografia. Un aspetto interessante, questo, per chi disegna. Abituati come siamo a lavorare su piccoli formati, il fatto di vivere in mezzo a illustrazioni ingrandite a dismisura diventa affascinante e shockante insieme: è come compiere un viaggio nei segni e nei colori. Poi stiamo pensando anche alla realizzazione di video, che manterranno comunque l’impatto grafico”. Il tour internazionale porterà Igort e i Lo Ciceros a Parigi, New York e San Pietroburgo. Mentre il debutto italiano è in programma al Lokomotiv di Bologna. Il libro che accompagna il disco (pubblicato dall’etichetta parigina Nocturne per la collana BdMusic e distribuito in Italia da Coconino a 16,90 euro) ha un formato verticale e contiene illustrazioni evocative e complementari alle atmosfere sonore.
Da ricordare che prima di Casinò Igort è riuscito a riprodurre le vibrazione delle note jazz anche con un solo linguaggio: il fumetto. Il libro in questione è Fats Waller, realizzato con Carlos Sampayo. “È proprio la Nocturne a detenere i diritti di Waller”, aggiunge Igort. “Ora mi piacerebbe rendergli omaggio accludendo al libro un cd di brani scelti dallo stesso Sampayo (uno dei più grandi esperti europei di jazz). Vedremo”.
La trasversalità del linguaggio e l’appartenenza dei temi trattati richiamano pubblici diversi: l’amante della musica jazz leggerà la graphic novel di Fats Waller mentre l’appassionato di fumetti magari ascolterà un suo album. Questa è la reciprocità della cultura e delle contaminazioni. “È quello che cerchiamo di fare, anche con Coconino”, precisa Igort. “Siamo traghettatori di suggestioni. E mi piace proporre cose nuove che siano al di fuori delle piste già battute. È un percorso che risponde alla mia curiosità, che è anche la curiosità del pubblico. Un pubblico che si fida di noi, ci segue e poi ha piacevoli sorprese. Registriamo i cambiamenti in tempo reale e cerchiamo di rispondere. Non a caso vorrei fare in modo che la Coconino producesse anche musica e romanzi”.

E un romanzo, Igort lo ha scritto davvero. Si chiamerà Argento e uscirà in autunno da Mondadori. Ambientato nel 1910, si svolge in Parador. In un’altra città rispetto a quella abitata del visionario Celestino Villarosa, protagonista del romanzo a fumetti Baobab (il terzo capitolo della serie, destinata a proseguire, sarà presentato a Napoli Comicon) e contemporaneo al romanzo.
Tutti i miei lavori sono collegati l’uno all’altro. Questo è il mio mondo”, puntualizza Igort. Che, giusto per completare il quadro delle infinite possibilità dell’espressione artistica, scrive anche sceneggiature per il cinema. È attualmente in lavorazione l’adattamento di 5 è il numero perfetto (produttore è Marco Müller, proprio lui, il direttore della Biennale di Cinema di Venezia). “Ho consegnato la sceneggiatura due anni fa. Ora sto lavorando ad altri film”, chiude Igort. Che in questi giorni ha lasciato Parigi per fare rientro nella sua Sardegna e iniziare così le prove di Casinò per il tour che l’attende.

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Storyteller: diario di un narratore
link correlati
www.igort.com
www.myspace.com/igortlocicero

gianluca testa


*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 49. Te l’eri perso? Abbonati!

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