Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
11
novembre 2009
in fumo_recensioni My name is Palmiro
in fumo
Un anatroccolo con un nome importante. Ma con una vita tutt’altro che semplice. A partire da una fidanzata lontana. Il suo nome è Palmiro e il suo ideatore Sauro Ciantini. Che ora dà alle stampe un blocco di appunti...
Pensare ai paperi e agli anatroccoli senza riuscire, di
primo acchito, a immaginare una divisa da marinaretto e una voce querula, può
essere un’impresa difficile. Non tanto se, con un breve esercizio di memoria,
torniamo all’agenda Comix e alle strisce lì contenute.
È proprio all’interno
di quelle pagine che forse, molti di noi, hanno incontrato per la prima volta Palmiro: tra il Nirvana firmato Roberto Totaro e le caustiche teorie di Alice
a quel paese,
esposte dalla bravissima Silvia Ziche, ecco spuntare un paperotto esile nel segno e ironicamente distruttivo
nelle sue gesta. Come un karma, ogni striscia si apriva con un “C’era una
volta un anatroccolo piccolo, brutto e nero…” e si avvicinava al climax con un semplice “Gli
scrisse la ragazza lontana”.
Da lì prendeva vita l’umorismo graffiante di Sauro
Ciantini, che
nell’arco di tre vignette riusciva a riprodurre stati d’animo cari a tutti noi,
carrellata di concetti perfetti per il lettore, che si immergeva nelle sfortune
quotidiane e non del paperotto. La ragazza lontana era la ragazza di tutti, e
le reazioni del paperotto erano più o meno la summa delle angosce e delle
gelosie umane. Palmiro impersonava il terrore atavico e la paranoia di tempi
fatti di lettere, a lungo attese, e telefonate smezzate.
All’epoca non esistevano cellulari né collegamenti
immediati tramite chat, e si attendeva solo una comunicazione giornaliera e,
nei casi peggiori, settimanale.
Ma Palmiro non si fermava solo al leitmotiv della
fidanzata distante: c’era un mondo intero che roteava intorno a lui, attraverso
comprimari surreali come il cactus Bolivar o le voci fuori campo di una società
che mischiava ritagli di adolescenza e umorismo con un sarcasmo autoriale di
primo livello.
E, ai bordi della vignetta, sempre continue scritte e
caratterizzazioni per dare più livelli di lettura a quest’ironia polivalente e
immediata. Questo era Palmiro e questo è tuttora Palmiro in una nuova e
preziosa (ri)uscita, a cura della DOUbLe SHOt che, partendo dall’atomo
iniziale, embrione di com’è nato e come si è sviluppato il personaggio,
ripercorre ogni singolo istante delle sue gesta: dalle strisce alle storie,
passando per le visioni e le narrazioni dell’autore in prima persona, per una
panoramica totale sul personaggio.
Non si può parlare di antologia né di diario, ma di blocco
di appunti: Sauro Ciantini interviene al margine delle vignette incastrando
parole a sbuffi d’inchiostro e matita, spiegando e raccontando quanto la sua
vita sia in Palmiro e quanto questo anatroccolo si ripresenti sulle sue spalle
anche nei momenti meno appropriati.
Un volume prezioso per chi conosce Palmiro e per chi non
l’ha mai incrociato nelle sue disavventure. Un volume che può tirar fuori
facilmente una marea di ricordi e crearne di nuovi. Sempre sulla linea della
sopravvivenza alla “ragazza lontana” e alle sfortune quotidiane.
primo acchito, a immaginare una divisa da marinaretto e una voce querula, può
essere un’impresa difficile. Non tanto se, con un breve esercizio di memoria,
torniamo all’agenda Comix e alle strisce lì contenute.
È proprio all’interno
di quelle pagine che forse, molti di noi, hanno incontrato per la prima volta Palmiro: tra il Nirvana firmato Roberto Totaro e le caustiche teorie di Alice
a quel paese,
esposte dalla bravissima Silvia Ziche, ecco spuntare un paperotto esile nel segno e ironicamente distruttivo
nelle sue gesta. Come un karma, ogni striscia si apriva con un “C’era una
volta un anatroccolo piccolo, brutto e nero…” e si avvicinava al climax con un semplice “Gli
scrisse la ragazza lontana”.
Da lì prendeva vita l’umorismo graffiante di Sauro
Ciantini, che
nell’arco di tre vignette riusciva a riprodurre stati d’animo cari a tutti noi,
carrellata di concetti perfetti per il lettore, che si immergeva nelle sfortune
quotidiane e non del paperotto. La ragazza lontana era la ragazza di tutti, e
le reazioni del paperotto erano più o meno la summa delle angosce e delle
gelosie umane. Palmiro impersonava il terrore atavico e la paranoia di tempi
fatti di lettere, a lungo attese, e telefonate smezzate.
All’epoca non esistevano cellulari né collegamenti
immediati tramite chat, e si attendeva solo una comunicazione giornaliera e,
nei casi peggiori, settimanale.
Ma Palmiro non si fermava solo al leitmotiv della
fidanzata distante: c’era un mondo intero che roteava intorno a lui, attraverso
comprimari surreali come il cactus Bolivar o le voci fuori campo di una società
che mischiava ritagli di adolescenza e umorismo con un sarcasmo autoriale di
primo livello.
E, ai bordi della vignetta, sempre continue scritte e
caratterizzazioni per dare più livelli di lettura a quest’ironia polivalente e
immediata. Questo era Palmiro e questo è tuttora Palmiro in una nuova e
preziosa (ri)uscita, a cura della DOUbLe SHOt che, partendo dall’atomo
iniziale, embrione di com’è nato e come si è sviluppato il personaggio,
ripercorre ogni singolo istante delle sue gesta: dalle strisce alle storie,
passando per le visioni e le narrazioni dell’autore in prima persona, per una
panoramica totale sul personaggio.
Non si può parlare di antologia né di diario, ma di blocco
di appunti: Sauro Ciantini interviene al margine delle vignette incastrando
parole a sbuffi d’inchiostro e matita, spiegando e raccontando quanto la sua
vita sia in Palmiro e quanto questo anatroccolo si ripresenti sulle sue spalle
anche nei momenti meno appropriati.
Un volume prezioso per chi conosce Palmiro e per chi non
l’ha mai incrociato nelle sue disavventure. Un volume che può tirar fuori
facilmente una marea di ricordi e crearne di nuovi. Sempre sulla linea della
sopravvivenza alla “ragazza lontana” e alle sfortune quotidiane.
articoli
correlati
Nuove case editrici a Genova
link correlati
palmiro.it
matteo benedetti
la rubrica in fumo è diretta da gianluca testa
Sauro Ciantini –
My name is Palmiro. À la recherche du temps perdu 1
Associazione Culturale DOUbLe SHOt, Carmignano (PO)
2009
Pagg. 60, € 10
ISBN 9788896064207
Info: la scheda dell’editore
[exibart]