Pensare ai paperi e agli anatroccoli senza riuscire, di
primo acchito, a immaginare una divisa da marinaretto e una voce querula, può
essere un’impresa difficile. Non tanto se, con un breve esercizio di memoria,
torniamo all’agenda Comix e alle strisce lì contenute.
È proprio all’interno
di quelle pagine che forse, molti di noi, hanno incontrato per la prima volta
Palmiro: tra il
Nirvana firmato
Roberto Totaro e le caustiche teorie di
Alice
a quel paese,
esposte dalla bravissima
Silvia Ziche,
ecco spuntare un paperotto esile nel segno e ironicamente distruttivo
nelle sue gesta. Come un karma, ogni striscia si apriva con un “
C’era una
volta un anatroccolo piccolo, brutto e nero…” e si avvicinava al climax con un semplice “
Gli
scrisse la ragazza lontana”.
Da lì prendeva vita l’umorismo graffiante di
Sauro
Ciantini, che
nell’arco di tre vignette riusciva a riprodurre stati d’animo cari a tutti noi,
carrellata di concetti perfetti per il lettore, che si immergeva nelle sfortune
quotidiane e non del paperotto. La ragazza lontana era la ragazza di tutti, e
le reazioni del paperotto erano più o meno la summa delle angosce e delle
gelosie umane. Palmiro impersonava il terrore atavico e la paranoia di tempi
fatti di lettere, a lungo attese, e telefonate smezzate.

All’epoca non esistevano cellulari né collegamenti
immediati tramite chat, e si attendeva solo una comunicazione giornaliera e,
nei casi peggiori, settimanale.
Ma Palmiro non si fermava solo al leitmotiv della
fidanzata distante: c’era un mondo intero che roteava intorno a lui, attraverso
comprimari surreali come il cactus Bolivar o le voci fuori campo di una società
che mischiava ritagli di adolescenza e umorismo con un sarcasmo autoriale di
primo livello.
E, ai bordi della vignetta, sempre continue scritte e
caratterizzazioni per dare più livelli di lettura a quest’ironia polivalente e
immediata. Questo era Palmiro e questo è tuttora Palmiro in una nuova e
preziosa (ri)uscita, a cura della DOUbLe SHOt che, partendo dall’atomo
iniziale, embrione di com’è nato e come si è sviluppato il personaggio,
ripercorre ogni singolo istante delle sue gesta: dalle strisce alle storie,
passando per le visioni e le narrazioni dell’autore in prima persona, per una
panoramica totale sul personaggio.

Non si può parlare di antologia né di diario, ma di blocco
di appunti: Sauro Ciantini interviene al margine delle vignette incastrando
parole a sbuffi d’inchiostro e matita, spiegando e raccontando quanto la sua
vita sia in Palmiro e quanto questo anatroccolo si ripresenti sulle sue spalle
anche nei momenti meno appropriati.
Un volume prezioso per chi conosce Palmiro e per chi non
l’ha mai incrociato nelle sue disavventure. Un volume che può tirar fuori
facilmente una marea di ricordi e crearne di nuovi. Sempre sulla linea della
sopravvivenza alla “ragazza lontana” e alle sfortune quotidiane.