Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
25
novembre 2009
in fumo_recensioni Stegosauri
in fumo
Una volta c’erano più Stegosauri. Ora c’è anche la possibilità di esser incoscienti come i due protagonisti dell’ultimo lavoro targato Baricordi e Liani. La loro è una genuinità lontana dai generi, ma che strizza l'occhio al cinema e al surreale...
Cinema e fumetto.
Fotogrammi e vignette. Una narrazione in moto e una narrazione obbligata dalla
gabbia grafica. Una gabbia grafica dove prendono vita i disegni di Gianmaria
Liani
accompagnati dalle parole di Andrea Baricordi. Parole e disegni che, per oltre
novanta pagine, mischiano due forme d’arte, realizzando uno storyboard per un
film particolare: quello sull’esistenza di due ragazzi con idee alquanto
improbabili e la voglia di realizzarle con un’ottica molto geek.
Una storia comune,
raccontata con stile frenetico, sfuggente e con una cadenza simile a una
pellicola che ogni tanto perde i colpi sul rullo della macchina da ripresa, al
pari del rapporto tra vita e stasi. Questa, in sintesi, potrebbe essere la vita
di Toni, così creativo e pieno d’idee al punto da rimanerne completamente
schiacciato. Questa eterna empasse è una costante che scandisce una vita fatta di timidi
tentativi per definire il proprio ruolo all’interno del mondo (sottolineata dal
karmatico “Ho un progetto da portare a termine”) e dalla quotidianità che tutto
dispensa, tranne pillole di dolci sensazioni.
E se il ritorno,
dall’università lasciata a mezzo, di Berto, compagno fidato nella realizzazione
di imprese alquanto improbabili, potrebbe rappresentare la chiave di volta per
uscire dal blocco, quello che attende Toni al varco è esattamente l’opposto:
un’ulteriore complicazione della sua esistenza emotiva e creativa, a favore di
situazioni alquanto assurde.
A corollario di
tutto questo, un universo eterogeneo formato da donne deluse, amiche intime e
comprimari strambi che incrociano le vite di Toni e Berto devastandole,
cambiandole o creando problemi risolvibili unicamente nelle maniere più
astruse.
Un film a fumetti
quindi? No, solo un dietro le quinte di una grande produzione (ovvero “Cosa
farò della mia vita?”), uno sguardo alla costruzione di idee, piccole e
immense, e ai soliti, canonici scontri con amici, amori ed emeriti sconosciuti
attraverso le infinite vie della “sfiga” umana.
Baricordi scrive
questa storia senza mai prendersi sul serio, spargendo ovunque hommage e citazioni dei suoi amori
cinematografici con forte ironia di condimento e gusto per il surreale. Liani
aiuta il tutto regalando tavole dal segno preciso al millimetro, caratteristico,
incredibilmente adatto al ritmo narrativo, senza rinunciare a divertissement grafici di livello e giochi
visivi immediati ed esilaranti.
Il duo, visto
all’opera su volumi come Lupin III – Il violino degli Holmes, Meyer’s Angels e Lambrusco e Cappuccino, conferma una genuinità unica che
difficilmente può essere ricondotta a un genere ben preciso: una genuinità
legata alla voglia di intrattenere e divertire il pubblico con una storia
semplice, diretta e (ir)reale.
Un pastiche carico di citazioni e spunti. Una
commedia dell’arte dalle forti tinte nerd. Un lavoro che conferma un’ottima intesa tra
sceneggiatore e disegnatore, per una produzione particolarmente inusuale.
Fotogrammi e vignette. Una narrazione in moto e una narrazione obbligata dalla
gabbia grafica. Una gabbia grafica dove prendono vita i disegni di Gianmaria
Liani
accompagnati dalle parole di Andrea Baricordi. Parole e disegni che, per oltre
novanta pagine, mischiano due forme d’arte, realizzando uno storyboard per un
film particolare: quello sull’esistenza di due ragazzi con idee alquanto
improbabili e la voglia di realizzarle con un’ottica molto geek.
Una storia comune,
raccontata con stile frenetico, sfuggente e con una cadenza simile a una
pellicola che ogni tanto perde i colpi sul rullo della macchina da ripresa, al
pari del rapporto tra vita e stasi. Questa, in sintesi, potrebbe essere la vita
di Toni, così creativo e pieno d’idee al punto da rimanerne completamente
schiacciato. Questa eterna empasse è una costante che scandisce una vita fatta di timidi
tentativi per definire il proprio ruolo all’interno del mondo (sottolineata dal
karmatico “Ho un progetto da portare a termine”) e dalla quotidianità che tutto
dispensa, tranne pillole di dolci sensazioni.
E se il ritorno,
dall’università lasciata a mezzo, di Berto, compagno fidato nella realizzazione
di imprese alquanto improbabili, potrebbe rappresentare la chiave di volta per
uscire dal blocco, quello che attende Toni al varco è esattamente l’opposto:
un’ulteriore complicazione della sua esistenza emotiva e creativa, a favore di
situazioni alquanto assurde.
A corollario di
tutto questo, un universo eterogeneo formato da donne deluse, amiche intime e
comprimari strambi che incrociano le vite di Toni e Berto devastandole,
cambiandole o creando problemi risolvibili unicamente nelle maniere più
astruse.
Un film a fumetti
quindi? No, solo un dietro le quinte di una grande produzione (ovvero “Cosa
farò della mia vita?”), uno sguardo alla costruzione di idee, piccole e
immense, e ai soliti, canonici scontri con amici, amori ed emeriti sconosciuti
attraverso le infinite vie della “sfiga” umana.
Baricordi scrive
questa storia senza mai prendersi sul serio, spargendo ovunque hommage e citazioni dei suoi amori
cinematografici con forte ironia di condimento e gusto per il surreale. Liani
aiuta il tutto regalando tavole dal segno preciso al millimetro, caratteristico,
incredibilmente adatto al ritmo narrativo, senza rinunciare a divertissement grafici di livello e giochi
visivi immediati ed esilaranti.
Il duo, visto
all’opera su volumi come Lupin III – Il violino degli Holmes, Meyer’s Angels e Lambrusco e Cappuccino, conferma una genuinità unica che
difficilmente può essere ricondotta a un genere ben preciso: una genuinità
legata alla voglia di intrattenere e divertire il pubblico con una storia
semplice, diretta e (ir)reale.
Un pastiche carico di citazioni e spunti. Una
commedia dell’arte dalle forti tinte nerd. Un lavoro che conferma un’ottima intesa tra
sceneggiatore e disegnatore, per una produzione particolarmente inusuale.
matteo benedetti
la rubrica in
fumo è diretta da
gianluca testa
Andrea Baricordi
& Gianmaria Liani – Una volta c’erano più Stegosauri
Kappa Edizioni,
Bologna 2009
Pagg. 96, € 9
ISBN
9788874712243
Info: la scheda dell’editore
[exibart]