Sud America, 1976: nel piccolo paese di Chorin, immaginario nel nome ma non nella raffigurazione metaforica di una realtà socio-politica legata a un regime tirannico, Derela, Coco e Germano danno voce alla loro protesta con tre commedie divise in tre atti. Tre commedie che riprendono i movimenti del teatro
Butho e gli interrogativi esistenziali di
Beckett. Tre commedie che, esasperando situazioni surreali, colpiscono e criticano duramente le oppressioni e le restrizioni imposte dal governo. Tre commedie che non richiedono un palco per esser rappresentate, ma uno spazio qualunque che va dal giardino privato alle caffetterie, alla
calle cittadina. Un teatro non convenzionale e un obiettivo importante: trovare uno stile espressivo e uno spiraglio di libertà in un mondo che sta volgendo verso l’oscurantismo. Una rivolta che si muove dall’amore per la recitazione e dal forte senso di amicizia che lega i tre ragazzi. Una rivolta pacifica che cambia, per sempre, le vite dei tre attori, facendoli scontrare con l’ottusità di un governo attento a censurare, a mezzo di imprigionamenti o minacce, ogni forma di comunicazione tranne i fumetti ritenuti, erroneamente, per bambini.
Ed è proprio tramite la narrativa grafica che Coco, disegnatore del gruppo, crea un quaderno dove illustra, tavola dopo tavola, le commedie e gli schemi del loro lavoro teatrale, sia per lasciare un segno che per trasmetterle a coloro che vorrebbero unirsi alla lotta, mettendo in scena le rappresentazioni.
Così nasce
Très! e così viene ritrovato da
Davide Toffolo (Pordenone, 1965) “
nel giardino della casa di Juan Garrito Chiantini durante il mio secondo viaggio in Sud America”. Innamorato del progetto, l’autore decide di tradurlo e aggiungere al lavoro di Coco, “
sulla pagina sinistra, indicazioni tecniche, uno spazio per prendere appunti e adattare i dialoghi, in caso voleste recitarla, e frammenti di intervista ai tre protagonisti mentre sulla pagina destra ho ricomposto le tavole mantenendo la volontà dell’autore”.
Très! è un esperimento, una storia di rivolta, un quaderno di appunti. È una raffigurazione tragicomica di una realtà orrenda: Chorin è il cuore pulsante di un mondo devastato dal regime e i personaggi portati sulla scena da Coco, Derela e Germano sono le metafore viventi dei sentimenti di libertà e disperazione che solo i momenti di oscurantismo politico concedono. Il teatro come rivolta, la recitazione come protesta, contenuta o esplosiva, nella messa in scena di paradossi umani e quesiti che non trovano risposta davanti alla demenza di quadri dirigenziali che vogliono solo portare a termine compiti demagogici per il bene del popolo. Un’unione, quella tra vita e palcoscenico, che diventa ricerca della libertà da parte di tre ragazzi che si fondono con la loro forma d’arte.