Ogni anno che passa, la manifestazione cresce e sorprende. L’eredità del 40esimo anniversario del fumetto a Lucca, che ha fatto della scorsa edizione un evento mediatico di grande richiamo, era pesante da sopportare. Anche perché, abbandonata l’area fiera -periferica e scarsamente suggestiva-, si tornava nel centro storico. Con l’aggravante di un giorno in meno di apertura (solo quattro contro i cinque dell’anno precedente), a cui si somma l’aumento dello spazio espositivo e dei relativi costi gestionali. Senza trascurare l’avvicendamento nella direzione amministrativa, avvenuto alla vigilia della manifestazione, con il ritorno di Massimo Di Grazia, già direttore organizzativo del Salone dei Comics fino al 1992 e nominato in agosto nuovo presidente di Lucca Comics & Games srl.
Nonostante questo, il bel tempo ha assunto un ruolo determinante per la buona riuscita della manifestazione. E il calendario in programma era tanto ricco ed equilibrato che, nonostante sia stato pubblicato e diffuso in extremis, ha ugualmente soddisfatto gli appassionati. Gli aspetti climatici e culturali hanno favorito il successo della manifestazione, concedendo più visibilità sia agli autori che alle nuove produzioni. Tant’è che anche nella
self-area dedicata alle autoproduzioni (a ingresso gratuito, nel loggiato di Palazzo Pretorio) si è registrato un gran movimento per tutti.
Che Lucca sia ormai diventata la prima piazza d’Italia per appassionati e addetti ai lavori lo dimostrano l’impossibilità di trovare una camera dove trascorrere la notte nel raggio di cinquanta chilometri e la presenza in fiera -per la prima volta nella storia di Lucca Comics- di tutti gli editori del settore, che non a caso programmano l’uscita di nuove produzioni per la fine di ottobre, in concomitanza con la mostra-mercato. Alcune di queste opere sono state premiate durante i
Gran Guinigi 2007:
Il Sangue della Mala di
Jacques De Loustal e
Philippe Paringaux (Coconino Press, miglior storia lunga);
Emmy tratta da
Demo di
Brian Wood e
Becky Cloonan (Double Shot Bottero, miglior storia breve);
La Fenice di
Osamu Tezuka (Hazard, miglior seriale);
BeccoGiallo (miglior iniziativa editoriale);
Ice Hhaven di
Daniel Clowes (Coconino Press, premio speciale della giuria);
Andrea Bruno (miglior autore unico).
Anche le esposizioni, seppure sofferenti per l’inadeguata illuminazione nelle ore serali, sono state le migliori organizzate negli ultimi anni. Delle nove in programma, quattro meritano un richiamo speciale. Prima fra tutte quella di
Daniele Caluri, autore livornese nato sulle pagine del
Vernacoliere e approdato di recente alla Bonelli con
Martin Mystère. Dopo il riconoscimento ottenuto proprio a Lucca lo scorso anno con il premio di miglior autore unico, ha finalmente avuto quel po’ di attenzione in più che meritava da tempo. Ha talento, ironia e un forte senso della composizione. E gli originali esposti fanno sembrare poco o niente le pubblicazioni su carta, che spesso costringono le tavole dentro misure improbabili. È poi un piacere godersi il lavoro espressivo di
Paolo Bacilieri e la potenza delle tavole di
Riccardo Burchielli, realizzate sulla sceneggiatura di
Brian Wood per
DMZ – Everyday is 9/11. Un buon preludio alla sala in cui si poteva ripercorrere il cammino di
Corto Maltese in un’esposizione di originali di grande e grandissimo formato del maestro
Hugo Pratt.
Un ruolo marginale è stato assunto invece dal Museo del Fumetto, scarsamente coinvolto nella programmazione culturale. Al Museo -che è una struttura gestita dal Comune, a differenza della manifestazione- non si era neppure riusciti a trovare un accordo per consentire l’ingresso gratuito. Alla fine hanno dovuto pagare anche coloro che avevano già acquistato il biglietto per la mostra. Una situazione che ha causato malcontento e che si andava a sommare a una gestione assai carente della struttura museale, mai davvero presente in questi anni. Il Museo avrebbe dovuto garantire a Lucca la definizione di
capitale del fumetto, ma ogni promessa è stata disattesa: la rotazione di mostre ogni sei mesi (dalla sua costituzione gli allestimenti non sono mai cambiati), gli incontri con gli autori (in tre anni si contano solo le presenze di
Alfonso Font, chiamato dal Comune di Massarosa, e di
Simone Bianchi, autore Marvel, lucchese, che abita a poche centinaia di metri dal Museo). Trascurando infine altre carenze di gestione, sia strutturali sia culturali. Ebbene, come responsabile della programmazione già si faceva il nome di
Rinaldo Traini come ipotetico sostituto di
Gianni Bono.
Ma il Comune, a sorpresa, venerdì scorso ha comunicato che il nuovo incarico è stato affidato ad
Angelo Nencetti, un collezionista e appassionato lucchese con trent’anni di esperienza nel settore. Un uomo di grande professionalità, cui è stato affidato un incarico temporaneo di consulenza (un anno) per predisporre una programmazione culturale che lo stesso Nencetti spiega così:
“L’obiettivo è duplice. Garantire lo svolgimento delle attività del Museo del Fumetto collegate alla comunicazione per immagine e predisporre un modello gestionale che permetta all’amministrazione di stabilire la forma giuridica di quello che sarà il Museo. Oggi, infatti, la struttura non ha una conformazione autonoma. Ma desideriamo renderlo un organismo stabile”. Il primo grande evento organizzato dal Museo sarà la celebrazione per i cento anni del fumetto in Italia, ricorrenza da festeggiare il prossimo anno, a un secolo di distanza dall’uscita del
Corriere dei Piccoli (1908).
Mentre si pensa addirittura alla costituzione, a Lucca, dell’Università del fumetto e del cinema di animazione. Sono già state annunciate collaborazioni illustri a partire da
Umberto Eco (rapporti scientifici e semiologici), lo stesso
Gianni Bono,
Rinaldo Traini,
Luca Boschi,
Franco Spiritelli,
Francesco Bona (Museo Franco Fossati),
Paola Pallottino (Museo dell’illustrazione di Ferrara),
Antonio Faeti (Dams di Bologna) e gli esperti lucchesi
Renato Genovese (Lucca Comics & Games),
Emanuele Vietina (illustrazione fantasy),
Giovanni Russo (animazione),
Mirio Martini (Centro Internazionale di Studi Hugo Pratt),
Saverio Bruschini (attività didattiche),
Feliciano Rubai e
Francesco Palmieri. I presupposti per fare bene, stavolta, ci sono tutti.