in fumo_vitamina f Arriva Ariol!

Il primo articolo scritto per questa rubrica era dedicato ad Ariol, l’asinello protagonista di una divertentissima serie a fumetti per bambini, firmata da Emmanuel Guibert & Marc Boutavant, che esce in Francia ormai da alcuni anni sul mensile “Dlire”, che ospita anche le avventure di Sardine de l’Espace, un’altra serie molto piacevole, sempre firmata da Guibert per i testi e dall’onnipresente Joann Sfar per i disegni.
Finalmente anche in Italia, dove il fumetto per bambini purtroppo è molto povero di scelta, esce ora un primo volume con una raccolta di storie del simpatico asinello e delle sue avventure quotidiane alle prese con la scuola, con i miti televisivi, con la piscina, le vacanze e i nonni.
Ariol è circondato da un gran numero di personaggi comprimari che vanno dalla bella maialina Pétula, di cui il protagonista è segretamente e timidamente innamorato, all’esuberante Ramono, compagno di scherzi e merendine, al gatto Tiburge, al cane Brouahaha, al cavallo Batégaille, sempre addormentato, fino a Chevalier Cheval, supereroe della tv del quale Ariol è un fedelissimo spettatore.
Rispetto alla prima recensione di Ariol, c’è poco da aggiungere. Emmanuel Guibert ha firmato in Francia alcuni dei fumetti più interessanti dell’ultimo decennio. Marc Boutavant è un poliedrico illustratore che si divide tra i fumetti e i libri per bambini (famosissima la sua serie dell’orsetto Mouk Mouk, pubblicata da Albin Michel).
Con Ariol hanno prodotto un capolavoro di comicità ma anche di osservazione del mondo infantile, con le sue piccole paure, piccoli miti e piccoli sogni. Se per i bambini le storie sono semplicemente divertenti, per gli adulti hanno il potere di riportare indietro ai tempi della scuola, al giorno del vaccino o della foto scolastica, a quello della recita o della gita.
Uno degli aspetti più interessanti, da questo punto di vista, è l’estrema sincerità con cui vengono rappresentati i bambini: se in Italia, fra tanti miti fuori dal tempo, vige ancora quello del bambino puro, ingenuo e innocente, i francesi, un pochino più avanti di noi, riescono spesso a vedere i bambini per quello che sono: piccoli e simpatici meravigliosi cialtroni.