I bambini leggono fumetti Disney e manga perché sono più simili ai cartoni animati, ma consumano immagini soprattutto attraverso la tivù e i videogiochi. La situazione non è nuova, del resto anch’io appartengo alla generazione cresciuta con Atlas Ufo Robot, con la piccola differenza forse che all’epoca in tivù c’erano anche Supergulp! e la Famiglia Mezil. E’ così anche in Francia, dove comunque si legge molto più che da noi. La mia amica Emmanuelle, che ha quattro figli, mi racconta che anche lì, i bambini appartengono a quella che lei chiama génération écran, ovvero generazione schermo: lo schermo del computer, del gameboy, del telefonino e, ovviamente, della tivù. Sono diversi da come eravamo noi, mi dice, forse sono dei mutanti. E proprio per questi mutanti, come dicevo, qualcuno ogni tanto ci riprova e propone l’appuntamento in edicola con un giornalino dedicato interamente a loro. A Genova, fino a pochi mesi fa, c’è stato Il Secolino, appendice del Secolo XIX, mentre a Roma l’anno scorso L’Accattone produceva L’Accattone dei Piccoli. Ma si tratta di tentativi di breve durata. In tempi recenti quello più longevo di cui abbia memoria fu Atinù inserto dell’Unità di metà anni ’90, chiuso con il ridimensionamento degli inserti che precedette la chiusura del giornale.
Sia come sia, ora è il turno di Baribal, che oltre ad essere uno dei nomi dell’orso nero americano, da novembre è anche un giornalino di 64 pagine fitte di fumetti, racconti e rubrichette birichine. Nel primo numero scrivono Niccolò Ammaniti, Alessandro Bergonzoni, Jerry Kramsky, Stefano Benni, Giovanna Zoboli mentre disegnano Vanna Vinci, Donald Soffritti, Camilla Falsini e Massimo Giacon.
Tra gli articoli sono da citare un dossier su Albert Einstein, che cent’anni fa pubblicava il suo articolo sulla Teoria della Relatività, e uno su Jules Verne che moriva nello stesso anno. Interessanti anche i consigli di lettura e il reportage sui bambini rapiti di Nampula in Mozambico. La parte meno riuscita, mi spiace dirlo, ma sono proprio i fumetti. A parte le strips di Zits di Scott & Borgman e Tre di Daniele Brolli e Donald Soffritti, il resto sa di poco anche se i nomi sono di spicco come Giuseppe Palumbo. Divertente invece l’intervista a Topo Gigio, che spiega il perché ha lasciato la Rai, e l’originale focus su quell’animale curioso e misconosciuto che abita le nostre case, ovvero il gatto di polvere. Imperdibile? La rubrica di degustazione El Merendero di Goran Ternich, che in questo primo numero mette a confronto, con estrema serietà, gusto e consistenza di tre diverse qualità di rotelle di liquirizia.
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Giornale per bambini?!? Io direi che è godibile a tutte le età, e speriamo non rimanga la solita cosa di nicchia che verrà inserita, tra un ventennio, nella lista delle (incomprese) riviste d'avanguardia...