Due nuove uscite in brossura per la piccola casa editrice
Pro Glo. La prima è di
Giulia Sagramola, una giovane fumettista che ha cominciato a
pubblicare le sue storie su
Self Comics e per Tunué, alternando il lavoro di fumettista a
quello d’illustratrice per vari editori, come Zanichelli e Rizzoli.
Milk and
Mint è il suo
blog a fumetti, e ora è un libro in cui racconta il suo ultimo anno all’Isia di
Urbino, e poi viaggi, aspettative e semplice vita quotidiana.
Ma ormai il web pullula di blog e di fumettisti che
raccontano la loro vita a puntate. Quindi vale la pena ricavare un libro da un
blog? È una domanda difficile: quel che nasce per un media di solito risente
del passaggio a un altro, e a dir la verità questo
Milk and Mint non fa eccezione. Al tempo
stesso, però, il libro si rende necessario per non perdere il materiale che
l’effimera estemporaneità del blog rischia di lasciar evaporare. Quindi, in
definitiva: perché no?
La seconda uscita è invece di
Lewis Trondheim, ormai da vent’anni astro del
fumetto francese. Le serie
Donjon (massacrata da svariati editori nostrani) e
Lapinot (tradotta in Italia dalla prima
BD),
ma anche
Les cosmonautes du futur e
Le roi Catastrophe (tradotta sempre da BD), sono
forse i suoi lavori più conosciuti, ma la sua produzione, nell’arco degli oltre
dieci anni in cui ha animato la scena della
bande dessinée in Francia è stata davvero
prolifica di album e serie.
Prima di passare a occuparsi della collana
Shampooing per Delcourt, Trondheim ha
attraversato il fumetto sperimentando le idee e gli stili narrativi più
disparati. Non gli mancano gli album senza parole, come
Bleu e
La Mouche (tradotto in Italia da Kappa
Edizioni). L’ultimo di questi è
Alieen, uno strano libro che l’autore sostiene aver
trovato su un prato che mostrava i chiari segni di un atterraggio ufo,
probabilmente abbandonato quindi da alcuni campeggiatori extraterrestri
distratti.
Il libro è la prima antologia di fumetti extraterrestri
pubblicata sulla Terra. Non a caso le storie bizzarre e sanguinarie che
contiene sono permeate di un umorismo alieno leggermente incomprensibile, che a
tratti ricorda però
Bug di
Miguel Angel Martin, prova definitiva che gli alieni visitano già da tempo il
nostro pianeta e scopiazzano i nostri fumetti.