Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha dato vita al progetto I Piani del Palazzo per garantire al pubblico la fruzioni virtuale di moltissimi contenuti durante l’emergenza sanitaria.
«Il progetto digitale continua ad accompagnare i visitatori nei nostri spazi che vogliamo immaginare ancora aperti e ospitali», ha spiegato l’istituzione.
I Piani del Palazzo propone si articola in tre aree: approfondimenti sulle mostre di Gabriele Basilico e Jim Dine, in corso, PdERemix con contenuti audio e video, e Lo Scaffale d’Arte con proposte di attività, un’offerta di contenuti su cui Palazzo delle Esposizioni aveva già avviato una riflessione e che si evolverà anche quando il pubblico potrà tornare nelle sale del Palazzo.
«Con il progetto I Piani del Palazzo abbiamo scelto di mantenere aperto il Palazzo delle Esposizioni. Lo abbiamo immaginato come un cubo trasparente e del tutto accessibile.
È il nostro “piano” per far fronte all’emergenza, ma è anche un esperimento per raggiungere chi è lontano (dove sostenibile, i contenuti sono anche in inglese e nella lingua dei segni).
I piani del palazzo virtuali sono tre come quelli dell’edificio di via Nazionale.
Uno è dedicato alle mostre in corso, “Gabriele Basilico. Metropoli” e “Jim Dine”; in un altro – #PdERemix – si possono rivedere conferenze, azioni, performance e concerti, e le mostre passate sperimentano un futuro diverso da quello del catalogo. Il piano che abbiamo chiamato #PdEScaffaledArte consiglia letture per l’infanzia e raccoglie i progetti messi a punto dai Servizi educativi del Palazzo delle Esposizioni, che suggeriscono attività creative da svolgere in casa con bambini e adolescenti.
Alcuni di questi contenuti erano già accessibili nell’archivio digitale del nostro sito e sono stati messi in evidenza. La maggior parte sono stati appositamente ideati, studiati e confezionati e c’è ancora molto da fare, dal momento che la cultura, e non solo quella digitale, fa viaggiare cose e persone anche da casa, Ebdòmero docet».
«I Piani del Palazzo ha preso forma per rispondere all’emergenza, ma è anche frutto di riflessioni sulle quali stavamo lavorando da tempo. Estendere l’accessibilità in modalità virtuale del Palazzo delle Esposizioni permette di condividere ricerche, riflessioni e opere. Non un servizio di informazione, ma un’esperienza significativa, paragonabile a quella che si fa quando si legge un libro. Con la differenza che il linguaggio digitale tollera trasformazioni e permette di interloquire. In questo senso stiamo pensando a un modo di riproporre le mostre passate, sottraendole alla logica dell’archivio per farne piattaforme in progress, oppure sperimentiamo un’esegesi come quella del Glossario dedicato a Jim Dine realizzato in collaborazione con Treccani Arte, impensabile al di fuori della rete».
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