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Le ‘Love Stories’ di Francesco Vezzoli per Fondazione Prada
#iorestoacasa
di redazione
Dal 4 maggio Fondazione Prada pubblicherà sul proprio account Instagram “Love Stories – A Sentimental Survey by Francesco Vezzoli”, un progetto a cura di Eva Fabbris, in cui Francesco Vezzoli (1971, Brescia) «esplora attraverso il linguaggio dei social lo stato emotivo, amoroso e psicologico di una vasta comunità online».
La nascita del progetto
«Nel 2004 con l’opera Comizi di non-amore, commissionata da Fondazione Prada per la mostra “Trilogia della morte”, Vezzoli aveva reinventato la tradizione del documentario e del cinéma-vérité, contaminando modelli come Comizi d’amore (1965) di Pier Paolo Pasolini e L’amore in Italia (1978) di Luigi Comencini con i canoni televisivi del reality show. Con “Love Stories” si appropria delle strategie comunicative di Instagram, e in particolare della funzione sondaggio delle stories, per sperimentare un nuovo territorio di condivisione di idee, visioni e impressioni sull’amore, il sesso, l’identità, il corpo, la solitudine, l’appartenenza, l’alterità, il futuro», ha spiegato Fondazione Prada.
Come si svolgerà “Love Stories”
«I follower di Fondazione Prada, e in più in generale gli utenti di Instagram, saranno invitati, story dopo story, a scegliere tra due possibili opzioni, a schierarsi a favore di una delle due affermazioni proposte, ad accettare la logica binaria, forzatamente semplificatoria, dei sondaggi, a partecipare a un gioco solo apparentemente leggero».
«L’indagine sarà composta da oltre 50 domande poste da Francesco Vezzoli e associate a immagini che creano cortocircuiti visivi e sottotesti interpretativi. I sondaggi di ogni settimana formeranno un nucleo tematico liberamente ispirato a un’aria tratta da opere liriche di compositori italiani come Vincenzo Bellini, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi, e dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, in omaggio a Pasolini, che aveva usato questo brano musicale come commento sonoro per Comizi d’amore», si legge nel comunicato stampa.
…come finirà?
«Alla fine di ogni settimana i risultati dei sondaggi saranno commentati da una personalità del mondo della cultura, dell’arte, della moda, del cinema, della musica, della televisione e della comunicazione. Attraverso un testo, un video o un altro contributo creativo ognuno di loro tenterà di decifrare le risposte, interpretare le disposizioni d’animo e le emozioni dei partecipanti, abbozzare un ritratto parziale di una comunità di persone unite in questo momento storico da condizioni esistenziali come incertezza, sospensione e desiderio di ripartenza. “Love Stories” forza la natura effimera e istantanea di Instagram trasformandolo in un luogo virtuale di indagine sociale, riflessione artistica e provocazione intellettuale», ha proseguito il comunicato stampa.
Francesco Vezzoli e Fondazione Prada
“Love Stories” si colloca nella serie di collaborazioni tra Francesco Vezzoli e Fondazione Prada. Ricordiamo i principali progetti:
• 2017: “TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai” è un progetto «sviluppato in collaborazione con la Rai. Tra esperienza individuale e mitologie collettive, l’esposizione traduce lo sguardo di Vezzoli in una forma visiva che esplora la produzione televisiva degli anni Settanta», si legge nel sito della Fondazione Prada.
• 2012: “24h Museum”, «un progetto concepito da Francesco Vezzoli in collaborazione con lo studio AMO di Rem Koolhaas allestito, presso lo storico Palais d’Iéna sede del CESE (Conseil Economique, Social et Environnemental) a Parigi, progettato da Auguste Perret e costruito tra il 1937 e il 1943 a Parigi.
Per l’installazione – della durata di 24 ore – AMO ha proposto tre momenti distinti, ognuno ispirato a un particolare tipo di spazio museale: storico, contemporaneo, dimenticato. I tre momenti sono funzionali alla sequenza di eventi che scandiscono le 24 ore e occupano punti diversi del piano terra del monumentale Palais d’Iéna».
• 2004: “Trilogia della morte” è un progetto «ispirato, nelle due ambientazioni che lo compongono, a due lavori cinematografici di Pier Paolo Pasolini: Comizi d’amore (1965) e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
Comizi di Non Amore (2004), che Vezzoli ha concepito come una sorta di reinvenzione linguistica del documentario pasoliniano, ricrea un territorio psicologico nel quale il pubblico viene spinto a parlare di sé e del proprio punto di vista sulla coppia e sulle relazioni d’amore. Ispirato ai reality show contemporanei e prodotto in esclusiva per la Fondazione Prada, è costruito e montato secondo i canoni della televisione popolare. […]
“Trilogia della Morte” è stato presentato dalla Fondazione Prada alla 51a Esposizione d’Arte Internazionale della Biennale di Venezia (2005)».