OnLife è un progetto online ospitato nel sito web di Villa Romana di Firenze che coinvolge quattrodici artisti e si pone come invito alla reazione alla situzione attuale: «È il momento di agire e di reagire. Abbiamo la responsabilità del nostro futuro e di quello del pianeta. Per gli artisti si pone la sfida di condividere riflessioni e visioni sull’oggi e sul domani. Come sarà il Mondo Nuovo e cosa vogliamo salvare del Vecchio?», si legge nell’introduzione al progetto.
Ideato da Giacomo Zaganelli, che lo ha curato insieme a Angelika Stepken, Direttrice di Villa Romana, OnLife coinvolge quattordici artsti e sarà online fino al 22 maggio: Silvia Piantini, Fabrizio Bellomo, Yao Jui Chung, Leone Contini, Mischa Leinkauf, Armin Linke, Johannes Paul Raether, Christian Naujoks, Rosa Barba, Gabriele De Seta, Takayoshi Kitagawa, Antje Majewski, Nasan Tur e Zaganelli stesso.
«OnLife incarna un tentativo di reazione all’impasse globale provocato dagli effetti del virus. Un esperimento improvviso che intende investigare il potenziale di un’iniziativa che, prendendo ispirazione proprio dalle circostanze straordinarie in cui ci troviamo, mira a far accadere le cose andando oltre le strutture, gli schemi e le gerarchie tipiche dell’ordinario. Tra la sua ideazione e la sua presentazione al pubblico solo dieci giorni sono trascorsi.
OnLife è una mostra che riflette lo Zeitgeist, lo spirito del tempo. Tutti noi siamo obbligati a stare a casa e a coltivare le relazioni sociali solo attraverso internet e questa è la ragione per cui la mostra è stata organizzata interamente online, concepita per essere fruita online e ospitata sul sito di Villa Romana», si legge nel comunciato stampa.
Il titolo del progetto deriva da «The Onlife Manifesto: Being human in a hyperconnected era (Springer
«Il progetto nasce come tentativo di reazione all’impasse globale. Un esperimento improvviso, proposto con l’obiettivo di investigare il potenziale di un’iniziativa che, prendendo ispirazione proprio dalle circostanze straordinarie in cui ci troviamo, mira a far accadere le cose andando oltre le strutture, gli schemi e le gerarchie tipiche dell’ordinario.
In un momento in cui la maggior parte delle persone è bloccata a casa e molte delle istituzioni culturali sono costrette a chiudere le proprie porte e quasi a interrompere la produzione di contenuti – se non attraverso streaming online e format ripetitivi – l’idea è stata quella di presentare una mostra, concepita appositamente per la fruizione online e pensata per essere ospitata da un’istituzione culturale internazionale, facendo tutto in tempi record e senza mai incontrare nessuno. Tutto online. Ci siamo riusciti, e personalmente sono molto soddisfatto. Tra la sua ideazione e la sua presentazione al pubblico sono trascorsi solo dieci giorni. Sicuramente senza la grande amicizia e stima che ci lega con Angelika, le cose sarebbero state molto più complesse».
«OnLife – il cui titolo riprende il neologismo coniato dal filosofo italiano Luciano Floridi – riflette sullo Zeitgeist, lo spirito del tempo, la situazione eccezionale che stiamo vivendo in questi giorni. Ma lo fa non enfatizzando il virus e le sue conseguenze, bensì cercando di coinvolgere una serie di contenuti tra loro molto eterogenei, estremamente simbolici di questo tempo».
«Inizialmente abbiamo coinvolto più artisti di quelli partecipanti e ammetto che specialmente nel mio caso, l’invito può essere arrivato un po’ bizzarro, poiché nel suo contenuto non specificavo con certezza né il nome dei partecipanti finali né tantomeno le date precise. Questo faceva parte dell’esperimento, ma ciò nonostante molti di essi hanno aderito. Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente tutti coloro che hanno partecipato».
«Di tutti i contributi tre sono stati prodotti appositamente per OnLife: quelli di Silvia Piantini, Christian Naujoks e Gabriele de Seta. A mio parere però, ciò che qui ha più importanza sottolineare è il cambio di punto di vista. Io per primo fino a qualche giorno fa, in maniera forse presuntuosa avrei storto la bocca sentendo parlare di mostre online anche perché la maggior parte di esse consisteva (e consiste tutt’oggi) in tour virtuali o in gallerie di immagini. Qui invece diventa l’occasione per stimolare un dibattito sulle potenzialità dello strumento web sia in termini di coinvolgimento di pubblico che di fruizione di contenuti, oggi più che mai nel momenti in cui che lo spazio pubblico è stato sottratto alla collettività».
«L’obiettivo era di ribaltare il piano, se la struttura della villa non può ospitare una mostra, lo farà la sua struttura online. Questa è la ragione per cui è stata progettata una semplice interfaccia che permettesse ai visitatori di fruire i contenuti nella maniera migliore che il web permette: video, audio, immagini e testi».
«Per ora OnLife è visibile fino al 22 maggio tramite il sito di Villa Romana, e ci auguriamo che la situazione migliori quanto prima, sia in Italia che altrove. In relazione a una sua eventuale evoluzione stiamo valutando alcune possibilità…vediamo!».
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