Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La storia è un giallo che più non si può. Forse per questo affascinante più che mai. Parliamo ovviamente del Leonardo (o presunto tale, le analisi lo stabiliranno con certezza) ritrovato dalla Guardia di Finanza di Pesaro in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico di Ancona, nel caveau di un istituto fiduciario di Lugano.
L’opera, scomparsa da cinquecento anni, è una tela raffigurante Isabella D’Este, grande circa 50 centimetri per 60 e che stava, guarda caso, per essere venduta a circa 120 milioni di euro ad un anonimo compratore.
A dir la verità nel 2013 Carlo Pedretti, grande esperto di Da Vinci, l’aveva data per autentica e Sette (il settimanale del Corriere della Sera) ne aveva dato notizia.
Poi, evidentemente, il tesoro ha continuato a essere nomade, o talmente protetto da essere ectoplasmatico. C’è stato infatti più di una voce che aveva ipotizzato che la tela non fosse mai stata dipinta. E ora? La vedremo al Louvre accanto al disegno preparatorio che l’accompagnava? O sarà venduta a qualche privato?