11 giugno 2015

Bruguera, che problema!

 

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Quando, a dicembre scorso, Tania Bruguera è stata arrestata, le è stato confiscato il passaporto impedendole di lasciare L’Avana, qualcuno si è messo le mani nei capelli: “Caspita, e ora che facciamo con la Biennale?”. E sì perché la sua presenza a Cuba, con l’isola sotto i riflettori con il cosiddetto nuovo corso con gli Usa e la Biennale prossima ventura, non era esattamente il massimo. Sarebbe stato meglio togliersela dalle palle, hanno pensato i più avveduti. E infatti di Bruguera si parla ancora e soprattutto si vedono cose che non si vorrebbero vedere. Cosa? I lividi riportati dall’artista dopo la sua ultima protesta, domenica scorsa, dove pare sia stata tirata via per i capelli – nonostante un poliziotto avesse gridato: “No lei no, è Tania!”  – mentre partecipava a una dimostrazione di Damas de Blanco, gruppo che si batte per la liberazione dei dissidenti politici. 
La sorella Deborah ha postato le foto di Tania con i lividi su Facebook, et voila è ricominciato il casino. Tania ha rivelato al sito ARTINFO di aver ricevuto, qualche giorno prima le botte, una visita a casa sua della polizia segreta cubana che le ha suggerito di abbandonare la protesta politica, aggiungendo che i suoi guai legali potrebbero risolversi se lei ritira la critica al regime cubano.  Aggiornamenti in corso.

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