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C’è una strada al Cairo che per alcuni anni è stata come un grande e colorato giornale all’aperto. Visibile da tutti, grazie ai suoi graffiti che raccontavano la storia in diretta. Ribellione, violenza, entusiasmo, morti, speranza. Grandi lavori realizzati da artisti noti al pubblico egiziano, come Abo Bakr e Ala Awad. Questa strada, che sta vicina la famosa piazza Tahrir, si chiama Mohamed Mahmoud e ha la particolarità di essere diventata sinonimo di Street Art rivoluzionaria e del conflitto stesso.
Un recente provvedimento volto a ripulire la città prevede la cancellazione di almeno il 40 per cento delle opere presenti a Mohamed Mahmoud. Ma l’ostinazione degli street artist è tale che qualcuno, come Abo Bakr, ha avvertito: “Cancellate pure, lo rifarò”. E la popolazione sembra stare dalla sua parte. Le istituzioni no.
Ma si tratta solo di un’opera di bonifica o si vuole cancellare il passato?