Non è tanto il fatto che il celebre artista anglo-indiano abbia fatto per l’ennesima volta l’organo genitale femminile in scala architettonica. Quello che non va giù ai francesi è che abbia osato installarla a Versailles. I francesi, Versailles? Ma la Francia non è la patria dell’Illuminismo, del marchese de Sade, che sempre a Parigi questo inverno, al Musée d’Orsay, ci hanno raccontato in lungo e in largo, con dovizia di documenti in confronto ai quali Kapoor ci fa la figura dello scolaretto? E poi, proprio Versailles, che tra Luigi XIV, che lo fece costruire, e Maria Antonietta ne ha visti di tutti colori? Per non parlare dell’arte francese, con l’Origine del mondo di Courbet e le lascivie di Watteau e Fragonard.
Come sia, la supervagina, che dovrebbe essere ufficialmente inaugurata il 7 giugno, nel parco di Versailles non ci ha da essere. Questo è quello che si pensa Oltrealpe. Dove già non sono state ben digerite le precedenti incursioni nella reggia di Jeff Koons e di Takashi Murakami, rei di aver oltraggiato con le loro opere la felice compostezza della dimora di quella che fu la real casa di Francia. Vedremo che fine farà l’opera che, con piglio non troppo simpatico, Kapoor ha intitolato Dirty Corner, ribattezzata dai francesi “le vagin de la reine”. Ma intanto, tra questa polemica e il sex toy (Tree) di Paul McCarthy sgonfiato a Place Vendome l’autunno scorso poco dopo essere stato installato, i francesi ci fanno un po’ la figura dei bigotti. Come dire, anche i libertini (libertari?) si vergognano.