Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’Asia è il Continente dove l’urbanizzazione è più massiccia che altrove e le megalopoli lievitano a vista d’occhio. Una mostra in un elegante città americana , quale è Boston, propone le “Megacities Asia” (questo il titolo della rassegna al locale Fine Arts Museum) viste, pensate, rifatte dagli artisti.
Sono installazioni alquanto impressionanti, che puntano sul numero, la moltiplicazione delle cose e delle persone che è la prima chiave per capire, o solo osservare, l’Asia. Dal più grande e uno dei celebri slum di Mumbai, Dharavi, rifatto da Hema Upadhyay, alle migliaia, milioni di sacchetti di plastica che ogni giorno vengono usati nella più popolosa città indiana proposti da Aaditi Joshi. E oltre l’India, c’è naturalmente la Cina (le torri di biciclette di Ai Wei Wei) e la Corea. E gli artisti che raccontano a loro modo il proprio Paese. Abbiamo scelto l’India, e in particolare Hema Upadhyay, per ricordarla dopo il suo brutale assassinio avvenuto a dicembre dello scorso anno. E ancora irrisolto.