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Somiglia un po’ a un quadro di Edward Hopper, stesso spleen di solitudine, tra vite destinate a sfiorarsi ma non a incontrarsi. Stessa malinconia muta. Ma non è detta l’ultima. Basta che il tavolo sia con una parte dentro il locale, il tipico locale notturno dai colori acidi alla Hopper, appunto, e un’altra parte fuori, per strada. Aperto alla possibilità dell’incontro.
Table for Two è fatto così, metà dentro un bar e metà che sbuca all’angolo tra la 7ma strada e Carmine Street, a New York. Con una tazza di porcellana per un té alla menta da sorseggiare e da offrire all’altro. A realizzarlo ci ha pensato l’artista francese di origine algerina Shani Ha, che non a caso ha scelto New York per la sua installazione. «È una città in cui è molto facile sentirsi soli. Nonostante i siti web per gli incontri siano molto frequentati, la gente finisce per ignorarsi. Sedendosi le persone possono scegliere di guardarsi e parlarsi», spiega Ha. E così sta accadendo. C’è chi si guarda, chi sorride, chi finalmente apre la bocca e parla.
Insomma, tutto può accadere. Almeno fino all’8 marzo, data in cui l’installazione sarà smontata. E peggio per chi si sarà seduto al Table for Two guardando solo il proprio riflesso sul vetro.