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Nonostante il Novecento e la contemporaneità più recente abbiano dato sonore bordate all’idea del bello, espropriando l’arte di esso, c’è però un’idea qualitativamente superiore, legittimata dall’estetica più nobile (il pensiero va a Kant), che ogni tanto si riaffaccia sulla scena e conquista trasversalmente artisti e critici più disparati. In breve, il sublime è vivo e lotta insieme a noi.
L’ultimo messaggio della sua vitalità viene dalla mostra in corso al Centre Pomidou di Metz “Sublime: I tremori del mondo (fino al 5 settembre), che raccoglie molti artisti, tra gli altri Juan Navarro Baldeweg (sua l’immagine in homepage), Darren Almond, Robert Kinmont, Geert Goiris, William Turner, Robert Smithson, Lars von Trier, Bas Jan Ader (che non tornò mai indietro da un viaggio per toccare sul serio “i tremori del mondo”), fino a Leonardo. Di ognuno di loro si è cercato di mettere a fuoco la personale, originalissima idea di sublime. Che in genere riguarda la natura, come del resto è sempre stato. Che assume contorni potenti e a volte terrifici. Come raccontano bene le immagini che vi proponiamo.