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Qui Spencer Tunick non c’entra. Non è un tableau vivant, né una performance tosta di Santiago Sierra. È la realtà che supera la fantasia, è quel tanto più che c’è in terra rispetto a quanto c’è nel cielo. La fantasia, appunto, il sogno, l’oltre, come diceva Polonio ad Amleto.
È un’immagine crudissima, questa dei soldati arrestati in Turchia e tenuti per terra, seminudi e con le mani legate dietro la schiena, che fa presagire giorni ancora più crudi per il Paese della mezzaluna, perché, finto o vero che sia, quel golpe è l’occasione giusta per spazzare via quello che rimaneva dell’opposizione in Turchia.
Ed è anche l’ennesima prova del nostro mondo cambiato, dove l’informazione scavalca i canali tradizionali, s’impossessa del nuovo e questo nuovo – i social anzitutto – ridescrivono l’informazione stessa. Con immagini che hanno rinunciato alla nitidezza a favore dell’efficacia, con un infinito intrattenimento operato dalle stesse che ci riduce al tempo stesso soggetti attivi e passivi dell’immagine, attori e voyeur. Mentre gli occhi e la coscienza rischiano di assuefarsi al peggio.